IL GOVERNO CADE E SI VA AL VOTO A MARZO?
ORMAI VANNO AVANTI A DISPETTI E RICATTI: QUANTO POTRANNO DURARE ANCORA?
Francesco Verderami sul Corriere della Sera tasta il polso degli umori della maggioranza Lega-M5S dopo le liti su decreto sicurezza e prescrizione, notando che ormai tra Carroccio e grillini è difficile trovare un punto d’incontro: agli emendamenti gialli sul Decreto Sicurezza di Salvini i verdi hanno risposto con quelli al decreto anticorruzione, che prendevano di mira Rousseau e la Casaleggio.
Da qui è partita la lotta dei dispettucci incrociati:
Ecco cosa ha scatenato la reazione del Movimento, che ha presentato l’emendamento sulla prescrizione senza avvisare gli alleati. Di qui l’ennesimo braccio di ferro. È vero, ci penseranno i leader a trovare un compromesso ma intanto lo scollamento politico si riverbera nell’assenza di solidarietà tra i parlamentari delle due forze: in Transatlantico i capannelli «misti» di inizio legislatura non ci sono più.
Il distacco (anche fisico) è tale che ieri, in commissione Giustizia a Montecitorio, il leghista Paolini sussurrava ai colleghi di altri partiti: «Si corre verso il voto anticipato. Ma non a giugno, a marzo».
C’è chi ci crede e chi – come il forzista Maran – ritiene sia «un gioco delle parti», utile a M5S e Lega per svolgere contemporaneamente il ruolo di maggioranza e opposizione.
Quindi il governo è in odore di crisi proprio mentre l’Italia va verso la recessione e le elezioni europee sono alle porte? Sembra proprio di sì, a sentire i sussurri di Montecitorio:
Ma se davvero fosse solo una commedia, allora non si capirebbe l’umor nero di Di Maio, che in serata ha riunito la squadra di governo di cui è «insoddisfatto».
Nè si comprenderebbe l’irritazione di Salvini, che ieri confidava di incassare il voto del Senato sul decreto Sicurezza e che invece ha dovuto schivare una trappola ordita dagli alleati.
Perchè questo era l’intento dei grillini, che avevano fatto filtrare la notizia di un vertice notturno a Palazzo Chigi tra Conte e i vicepremier per dirimere la vertenza sulla prescrizione.
Lì sarebbe dovuto avvenire lo «scambio» tra il voto di oggi a Palazzo Madama sul decreto caro al leader del Carroccio e l’intesa a Montecitorio sul ddl Anticorruzione a cui mira Di Maio.
E proprio su questo provvedimento – dopo che Salvini ha fatto saltare il vertice – il leader di M5S ha ordinato la rappresaglia, facendo cassare dai relatori grillini tutte le modifiche presentate dai leghisti.
(da “NextQuotidiano”)
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