MANOVRA IN OSTAGGIO DEI LITIGI TRA LEGA E M5S
REDDITO DI CITTADINANZA E QUOTA 100 SPOSTATE IN AVANTI DI GIORNO IN GIORNO PER LO SCONTRO IN ATTO SU SICUREZZA E GIUSTIZIA
Il principio dei vasi comunicanti – quello che doveva tenere in equilibrio il contenitore e il contenuto della manovra – si è inceppato.
Nel vaso dei contenuti – il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni – il livello è ancora basso.
Il riempimento procede a rilento perchè – spiegano fonti di governo – a fare da tappo sono arrivati i litigi sul decreto Sicurezza e sulla prescrizione e pesano anche questioni calde come la risposta che deve essere data alla lettera di Bruxelles entro il 13 novembre e, più sullo sfondo, i timori per le banche.
Il risultato è che il punto politico sui lavori in corso per dare vita operativamente alle misure-manifesto di Lega e 5 Stelle viene spostato di giorno in giorno. Di conseguenza, i tempi di attuazione rischiano di farsi sempre più lunghi.
La questione temporale è intrecciata al problema dei contenuti.
“Siamo in fase di rincorsa”, sintetizza una fonte dell’esecutivo per spiegare le difficoltà del lavoro che i tecnici di Lega e 5 Stelle stanno portando avanti quotidianamente.
Perchè la legge di bilancio, dopo una gestazione complessa, è arrivata alla Camera con poche indicazioni in merito al reddito e alla quota 100. Con esclusione delle risorse stanziate (16 miliardi in tutto), l’articolo relativo alle due misure spiega la ratio politica, ma è priva dei dettagli operativi.
L’iter è iniziato con il calendario stilato dalla commissione Bilancio: audizioni, esame in commissione, approdo in aula il 28 novembre. Poi il passaggio in Senato e un via libera che dovrebbe arrivare a ridosso di Natale, forse già il 21 dicembre.
Il problema risiede nel disallineamento tra questo timing e il rischio di ritrovarsi con una manovra approvata senza però essere riusciti nel frattempo a scrivere le norme che servono per farle agire.
Luigi Di Maio ha promesso un decreto “magari a Natale o subito dopo”, il premier Giuseppe Conte ha parlato di un’entrata in vigore delle norme “nei primi mesi” del 2019.
Dietro le quinte i tecnici lavorano per provare a rispettare questa scadenza, ma entrambi i piani – quello politico e quello operativo – sono influenzati dalle fibrillazioni tra i due partiti di governo.
Se a questo si aggiunge il fatto che bisogna ancora mettere a punto la strategia per rispondere alla Commissione europea, provando a non fare naufragare definitivamente quello che è rimasto del già debole tentativo di compromesso, si capisce bene l’intreccio che pone la manovra in uno scenario di rallentamento.
La carne al fuoco è tanta e per Lega e 5 Stelle la paura è quella di una cottura con tempi differiti.
Con un distinguo perchè il lavoro sul dossier della quota 100 – assicurano fonti leghiste – è “in fase avanzata, quasi pronto”. Confermato lo schema 62+38, mentre la prima finestra si aprirà ad aprile 2019 (per chi avrà maturato i requisiti a gennaio).
Il Carroccio, secondo quanto apprende Huffpost, potrebbe essere pronto anche a inserire le norme sull’anticipo pensionistico con un emendamento in aula. Solo che così i 5 Stelle resterebbero indietro dato che sul reddito di cittadinanza, ad oggi, è data come altamente improbabile la possibilità di dettagliare le norme operative prima di Natale.
Un disallineamento, questo, che sarebbe foriero di nuove tensioni dentro al governo.
(da “Huffingtonpost”)
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