IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO HA TAGLIATO I RISARCIMENTI PER I MORTI SUL LAVORO
CONDONI AGLI EVASORI MA SI RISPARMIA SUI LAVORATORI MORTI
Il decreto pubblicato il 14 maggio dal ministero guidato da Luigi Di Maio dice che gli aiuti economici per i parenti di chi è morto sul lavoro durante il 2018 saranno i più bassi mai previsti nell’ultimo decennio.
Spiega oggi il Fatto:
I soldi a disposizione sono diminuiti, ma i decessi sono aumentati, quindi le famiglie che hanno vissuto una simile tragedia potranno ricevere, a seconda del numero di componenti, tra i 3 mila e i 13 mila euro. Praticamente è la cifra minima da quando è stato istituito il Fondo per il sostegno alle vittime degli infortuni gravi, strumento che viene gestito dall’Istituto nazionale per l’assicur azione sul lavoro (Inail), ma è il ministero del Lavoro a stabilire anno per anno la quantità di risorse da assegnare.
Una volta quantificati i soldi disponibili, l’Inailfornisce i dati su quanti hanno perso la vita. Sulla base di questi due fattori vengono preparate le tabelle con i risarcimenti che possono essere concessi alle famiglie.
Per i casi avvenuti tra gennaio e dicembre 2018 ci sono solo 3,9 milioni di euro. In quell’anno, però, i morti sono cresciuti: 1.133 solo quelli emersi dalle denunce all’Inail, che sono sottostimate.
Quindi i contributi si sono ristretti: se il famigliare “superstite ”è solo uno, potrà richiedere 3 mila euro; 6 mila euro se sono in due, 9 mila se sono in tre e 13 mila se sono di più.
Nel 2017 gli importi erano un po’più generosi e andavano da un minimo di 3.700 euro a un massimo di 17.200 euro.
(da “NextQuotidiano”)
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