IL GOVERNO VUOLE UNA LEGGE “SALVACORROTTI”: COLPO DI SPUGNA DELLA LEGA SUL PECULATO PER SALVARE RIXI, MOLINARI E COTA
NEL DDL EX SALVACORROTTI SPUNTA UN EMENDAMENTO AD PERSONAM… BONAFEDE FINGE IMBARAZZO: “NON CONDIVISO DAL M5S”
La Lega non perde il vizio delle norme ad personam.
Pur di salvare suoi noti esponenti coinvolti, e in parte già condannati, per il reato di peculato. Riccardo Molinari, Edoardo Rixi, Roberto Cota, solo per citare i volti del Carroccio più conosciuti e con responsabilità parlamentari e di governo.
Tutti alle prese, tra Torino e Genova, con processi di questo tipo. Ma alla Camera ecco l’occasione giusta per azzerarli, il disegno di legge “spazzacorrotti” del Guardasigilli Alfonso Bonafede, che se dovesse essere approvato l’emendamento sul peculato diventerebbe “salvacorrotti”.
Fonti di via Arenula smentiscono che l’emendamento leghista sia condiviso dal M5S e quindi abbia chance di essere approvato. Le stesse fonti aggiungono “è uno dei tanti emendamenti…e basta”.
Ma di cosa parliamo?
Di questo emendamento, all’apparenza di difficile lettura, al primo articolo del ddl. Firmato da parlamentari della Lega, nell’ordine: Turri, Potenti, Paolini, Boniardi, Bisa, Tateo, Marchetti, Cantalamessa, Di Muro.
Recita così: “all’articolo 314 del codice penale, dopo le parole “o comunque la”, e dopo le parole “se ne appropria” sono inserite le seguenti: “salvo che tale distrazione si verifichi nell’ambito di procedimento normato da legge o regolamento e appartenga alla sua competenza”.
Cosa vuole dire? Ecco come risulterebbe il testo dell’articolo 314 che disciplina il reato di peculato dopo la modifica leghista: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità autonoma di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, salvo che tale distrazione si verifichi nell’ambito di procedimento normato da legge o regolamento e appartenga alla sua competenza, è punito con la reclusione da 4 anni a 10 anni e 6 mesi”.
Cosa comporta la modifica?
Oggi, a codice penale vigente, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che maneggia denaro per ragioni del suo ufficio e se ne appropria, commette peculato. La norma invece stabilisce che in questi casi il reato di peculato resta solo a condizione che il soggetto maneggi denaro che fa capo alla sua competenza, cioè di cui dispone per ragioni proprie del suo ufficio, e il cui uso non sia disciplinato da un regolamento interno.
Per fare un esempio: il capogruppo di un partito in un ente locale, Comune o Regione che sia, in cui le risorse dei gruppi sono disciplinate da un regolamento, se fa uso di queste somme in modo difforme dal regolamento non può essere punito per peculato. Un reato grave, come dimostra la pena.
Egli risulterebbe impunito, oppure incorrerebbe in reati meno gravi, come l’abuso di ufficio, e quindi più rapidamente prescrittibili.
Insomma, una sorta di impunità o prescrizione ad personam.
È evidente che se l’emendamento dovesse passare, con il via libera di M5S, cambierebbe la storia di processi come quello dell’ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, ormai giunto alle soglie della Cassazione, assolto in primo grado per peculato, ma condannato in appello a un anno e sette mesi nell’ambito della Rimborsopoli piemontese.
Oppure quello del vice ministro dei Trasporti Edoardo Rixi, per il quale è sta chiesta dal pm Francesco Pinto una condanna in primo grado a 3 anni e 4 mesi, anch’egli per peculato, nella gestione dell’indagine sui fondi della Regione Liguria nel biennio 2010-2012, e la sentenza è prevista per l’inizio del nuovo anno.
Colpo di spugna infine per Riccardo Molinari, il capogruppo della Lega a Montecitorio, condannato a Torino in appello a 11 mesi per l’uso dei fondi regionali. Ai nomi più noti della Lega se ne aggiungono altri di amministratori locali nella stessa situazione processuale.
Giusto ieri il Guardasigilli Bonafede, in via Arenula, aveva fatto il punto degli emendamenti con i deputati della maggioranza, e la Lega era presente. L’emendamento sul peculato non era tra quelli in pole, ma oggi è ricomparso.
La voglia di colpo di spugna della Lega evidentemente ha prevalso sugli accordi di maggioranza.
(da “La Repubblica”)
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