IL GRILLINO CHE FA PROPAGANDA CON LE MAIL E I NUMERI DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI
L’AVV. VAGLIO E’ IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DI ROMA: USA INDIRIZZI DELL’ORDINE PER DIRE DI VOTARE PER LUI… E NON HA AVUTO NEANCHE IL BUON GUSTO DI DIMETTERSI DALLA CARICA UNA VOLTA CANDIDATO
Ennesima grana per i candidati del Movimento 5 Stelle.
Questa volta è il turno di Mauro Vaglio, candidato nel collegio uninominale di Roma Portuense per il Senato ma, soprattutto, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma.
È in questa veste, infatti, che Vaglio avrebbe violato le norme sul trattamento dei dati personali, sollevando le proteste dei colleghi della Capitale.
Il presidente degli avvocati ha usato la mailing list dell’Ordine professionale per annunciare la sua discesa in campo con il Movimento 5 Stelle e, successivamente, per inviare materiale di propaganda elettorale sulle caselle di posta elettronica dei colleghi, circa 25mila iscritti, senza che questi avessero dato il loro consenso.
Un caso già emerso nei giorni scorsi e che ora viene portato all’attenzione del Garante della Privacy a cui è arrivata l’esposto di un’avvocata, Giulia Crivellini, anche lei candidata alle elezioni con +Europa alla Camera.
D’altronde, l’elenco degli iscritti all’ordine può far gola in campagna elettorale: l’ordine romano è il più grande d’Italia, a Roma c’è un avvocato ogni 118 abitanti. Non male come scorciatoia.
Crivellini ha allegato alla sua segnalazione le mail di carattere politico elettorale arrivate nella sua casella senza che avesse prestato consenso alla ricezione di questo tipo di materiale.
Non solo: “In data 12 febbraio – si legge nell’esposto – alle ore 1.52 di notte la scrivente unitamente ad altri 150 colleghi, veniva inserita in una chat WhatsApp denominata ‘Senato (Gruppo 3)’ e riceveva il seguente messaggio: ‘Cari amici, ho creato questo gruppo whatsapp solo per tenervi informati delle attività elettorali da qui al 4 marzo circa la mia candidatura [..] Non si tratta di una chat di discussione nè un tentativo di convincere chi ha altre idee e non condivide la mia scelta, che può quindi abbandonare la chat. Ringrazio di cuore coloro che rimarranno'”.
Due comunicazioni in particolare vengono allegate: la prima del 29 gennaio scorso, che annuncia la decisione di accettare la candidatura nel M5S e successive comunicazioni di tipo propagandistico.
La seconda, datata 5 febbrario, nel quale Vaglio se la prende con i colleghi avvocati che hanno contestato le modalità con cui ha annunciato la sua candidatura.
Li mette all’indice: “Sappi che – si legge nella mail inviata a tutti gli iscritti – non hanno fatto nulla nè per te nè per l’Istituzione forense. Del resto hanno preferito quasi sempre seguire i loro affari personali invece di partecipare alle attività del Consiglio”, scrive Vaglio aggiungendo il link alla tabella delle partecipazioni alle adunanze consiliari. “Vogliono solo ottenere qualche vantaggio personale per cariche consiliari che in passato hanno procurato, ad alcuni di loro, buoni riscontri lavorativi”.
Vaglio poi si è chiesto, retoricamente, se l’elezione a presidente dell’Ordine avvenuta poco tempo prima non giustificasse, a tutela della categoria, un suo maggiore impegno “là dove esso poteva essere davvero più efficace: nell’interno del Parlamento”.
Quindi elenca i motivi per i quali ha scelto M5S: il no al vitalizio, il limite di due legislature, il vincolo di mandato, il dimezzamento dello stipendio. E aggiunge di aver messo in conto “attacchi senza precedenti, da invidiosi, opportunisti e falsi moralisti”.
Tutte comunicazioni che a detta della ricorrente Crivellini sono manifestamente illecite, trattandosi di “fonti documentali detenute dai soggetti pubblici non utilizzabili a scopo di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica”.
Per questo motivo viene chiesto al Garante di disporre il blocco o il divieto di trattamento dei dati personali. Ora toccherà al Garante esprimersi.
(da “NextQuotidiano”)
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