IL LEADER DEI TALEBANI BARADAR E’ A KABUL
L’INVIATA DELLA CNN CLARISSA WARD LASCIA IL PAESE
“Non finisce con Kabul”. Le luci dei riflettori sono puntati sulla capitale ma ci sono evacuazioni in corso a Herat, Mashhad e in altre province.
Sono le parole di Kirsten Fontenrose, ex intelligence Usa e ora analista per il think tank americano Atlantic Council. Attori non governativi stanno assumendo un ruolo più importante per questioni di rapidità e a causa degli “ostacoli che il governo deve superare da un punto di vista di burocrazia e regolamenti”, dice Fontenrose.
Von der Leyen: “Nessun riconoscimento per i talebani”
“Chiedo a tutti i Paesi che hanno partecipato alla missione in Afghanistan, europei e non, di offrire abbastanza quote per i reinsediamenti e percorsi sicuri, in modo che si possa garantire rifugio a quanti ne hanno bisogno. Siamo pronti ad aiutare gli Stati membri dell’Ue” che accoglieranno. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciando che porrà il tema dei “reinsediamenti al G7”. “Abbiamo contatti operativi con i talebani. Dobbiamo discutere su come facilitare l’arrivo delle persone all’aeroporto di Kabul. Ma non ci sono colloqui politici, non c’è un loro riconoscimento”.
Ambasciata Usa: “Evitare aeroporto: rischio terrorismo
L’ambasciata Usa a Kabul avverte di “potenziali minacce alla sicurezza” fuori dall’aeroporto di Kabul. “Stiamo consigliando ai cittadini statunitensi di evitare di recarsi in aeroporto e di evitare gli ingressi dell’aeroporto in questo momento, a meno che non si ricevano istruzioni individuali da un rappresentante del governo degli Stati Uniti”, si legge nell’avviso.
Talebani: “Istituito un comitato per i media”
Lo ha scritto su Twitter il portavoce dell’Emirato, Zabihullah Mujahid. “Abbiamo creato un comitato tripartitico per i media. È formato da un membro della Commissione culturale, uno della Federazione dei giornalisti e da un rappresentante della Questura di Kabul”.
Il neonato sollevato sul filo spinato è tornato dal padre
Lo ha detto il portavoce del Pentagono John Kirby. Si è conclusa con un lieto fine la storia del neonato mostrato da un video che ha fatto il giro del mondo mentre viene sollevato oltre un muro ricoperto da filo spinato da un soldato americano, nella convulsa e caotica evacuazione. Secondo quanto riporta Al Jazeera, Kirby ha spiegato che ai marine era stato detto dei problemi di salute del piccolo e del fatto che necessitava di cure. “Il soldato lo ha portato in un ospedale norvegese che si trova all’aeroporto. Hanno curato il bambino e lo hanno poi restituito al padre”.
La lettera di una ragazza afghana ad Angelina Jolie
“Il popolo afghano non ha voce. Per questo pubblico su Instagram questa lettera per condividere le storie e le voci di chi si sta battendo per i suoi diritti”. Angelina Jolie ha postato sul suo profilo Instagram la lettera di una giovane afghana. “Prima che tornassero i talebani, avevamo i nostri diritti. Ora siamo di nuovo in prigione”.
Bbc da Kabul: “Migliaia di persone accampate davanti all’aeroporto”
Secunder Kermani, corrispondente dell’emittente britannica ha raccontato la situazione drammatico allo scalo della capitale. “Un interprete che ha lavorato per l’esercito britannico dice che il 90% delle persone che stanno qui, non hanno documenti regolari. Dice che è in strada da 4 giorni ed ‘molto, molto pericoloso'”. In migliaia sono accampati davanti al gate britannico e ancora di più davanti a quello controllato dagli americani. “Le persone non fanno altro che chiedere ‘come faccio a entrare? Come faccio a farmi rispondere da inglesi e americani?”
Nessun annuncio sul nuovo governo fino al 31 agosto
Lo scrive Associated Press. Il leader talebano è a Kabul per incontri governativi, ma fonti afghane vicine ai colloqui, hanno affermato che finché gli Usa non si ritireranno definitivamente, il 31 agosto, l’Emirato non farà alcuna dichiarazione sul nuovo governo.
La corrispondente Cnn lascia Kabul
Clarissa Ward era tra gli ultimi giornalisti sul posto. Corrispondente della Cnn, ha raccontato la caduta di Kabul, l’arrivo dei leader talebani e la tragedia dell’aeroporto. Ha lasciato il Paese con il suo team e 300 sfollati afghani. Lo ha annunciato su Twitter.
“La prima fatwa talebana: università di Herat, no a classi miste”
Così titola la notizia, l’agenzia di stampa afghana Khaama. Nella provincia occidentale di Herat è stato ordinato al governo e alle università private di impedire alle ragazze l’accesso alle classi miste. Dopo un incontro di tre ore con docenti universitari e responsabili di istituzioni private, il mullah Farid, responsabile dell’Emirato per l’istruzione superiore, ha avvertito che le classi miste devono essere abolite perchè “questo sistema è la radice di tutti i mali della società”.
Oscurati cinque siti online dei talebani. Anche chat WhatsApp
Cinque siti web talebani, strumenti chiave per trasmettere i messaggi degli estremisti fuori e dentro il Paese, sono improvvisamente andati offline. Lo scrive il Washington Post. Non è stato immediatamente chiaro chi o cosa abbia messo offline i siti talebani, sebbene tutti e cinque in precedenza fossero protetti da CloudFlare, una società con sede a San Francisco che aiuta i siti web a fornire contenuti e a difendersi dagli attacchi informatici. La società non ha risposto a una richiesta di commento sul fatto che stesse ancora proteggendo i siti talebani, che avevano versioni in pashtu, dari, arabo, urdu e inglese. Site Intelligence Group, che monitora l’estremismo online, ha detto che anche numerosi gruppi WhatsApp utilizzati dai talebani, venerdì sono stati chiusi.
La resistenza anti-talebana rivendica vittoria in tre province
Le forze di Anmad Shah Massud, figlio del generale Massud, leader della resistenza contro i talebani, guidate dal comandante Abdul Hameed Dadgar hanno annunciato la riconquista dei distretti di Pule Hisar, Deh Saleh e Banu nella provincia di Baghlan, a nord della capitale dell’Afghanistan. Secondo la reistenza, sarebbero stati uccisi almeno 20 talebani.
Atene erige barriera al confine con la Turchia
La Grecia ha innalzato una barriera lunga 40 km, dotata di sistema di sorveglianza, al confine con la Turchia, per contenere al massimo l’ondata di profughi dall’Afghanistan. “Non possiamo aspettare passivamente il possibile impatto”, ha detto ieri il ministro della Protezione dei cittadini, Michalis Chrisochoidis, durante una visita nella regione di Evros: “I nostri confini rimarranno inviolabili”. Atene ha ribadito che respingerà qualsiasi migrante che tenti di varcare il confine illegalmente.
Il fratello dell’ex presidente Ghani giura fedeltà all’Emirato
Lo scrive su Twitter Faran Jefrrey, analista e commentatore per il Regno Unito dal Pakistan. “Hashmat Ghani, fratello dell’ex presidente Ashraf Ghani, ha stretto alleanza con i talebani davanti a Khalil Haqqani (leader dell’omonima rete terroristica che affilia gli irriducibili del gruppo islamista, ndr)”.
Il mullah Baradar è arrivato a Kabul
Abdul Ghani Baradar,cofondatore dei talebani e capo dell’ufficio politico del movimento, è arrivato a Kabul. Lo riferiscono i media locali. Sarebbe arrivato ieri sera nella capitale da Kandahar insieme ad una delegazione di alto livello.
Il capo dell’ufficio politico del movimento, capo-negoziatore dei colloqui di Doha in Qatar, ha in agenda incontri per formare un nuovo governo. “Incontrerà altri leader e politici per un nuovo governo inclusivo”, ha detto un funzionariorio talebano all’Afp. Arrestato in Pakistan nel 2010, Baradar è rimasto in carcere fino al 2018, quando Washington ha spinto per liberarlo. Da allora, fino a martedì scorso, era in Qatar.
Ok da 13 Paesi per ospitare afghani a rischio
Sono 13 i Paesi che finora hanno accettato, almeno temporaneamente, di ospitare gli afghani a rischio evacuati dal Paese dopo il ritorno al potere dei talebani. Lo ha riferito il dipartimento di Stato americano in una nota, citando Albania, Canada, Colombia, Costa Rica, Cile, Kosovo, Macedonia del Nord, Messico, Polonia, Qatar, Rwanda, Ucraina e Uganda. Washington ha anche espresso un “ringraziamento speciale” ai “partner in tutto il mondo che sono stati fondamentali”, come Paesi di transito, nelle operazioni di evacuazione di “americani e altri” dall’Afghanistan; tra questi, Bahrain, Danimarca, Germania, Italia, Kazakistan, Kuwait, Qatar, Tagikistan, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Uzbekistan.
(da La Repubblica)
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