IL MAGISTRATO SABELLA: “L’AVVISO DI GARANZIA ALLA RAGGI E’ UN ATTO DOVUTO”
“REATO CONTINUATO DI FALSO IDEOLOGICO IN ATTO PUBBLICO”
Alfonso Sabella è innanzitutto un magistrato. E, sul caso Raggi, si dice certo sull’esito, analizzate le carte: “A questo punto l’avviso di garanzia alla Raggi è un atto dovuto. Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico”
Mettendo in fila i tasselli del mosaico, svelati da Marco Lillo sul Fatto.
Virginia Raggi ha ricevuto dalla Asl di Civitavecchia due incarichi legali di recupero crediti per un totale di 13 mila euro ottenuti dall’Asl di Civitavecchia.
Uno nel 2012, l’altro nel 2014. In quest’ultimo caso, la Raggi, già consigliera al Campidoglio, ha assunto l’incarico nonostante non facesse parte dell’albo di professionisti istituito nel novembre 2012 da cui, per regolamento, bisogna scegliere i nomi dei legali a cui rivolgersi.
Sono incarichi che la candidata dei 5Stelle non solo non dichiara nel suo famoso curriculum pubblico, dove ha omesso anche la sua collaborazione con lo studio Previti, ma neanche nei documenti ufficiali che un consigliere comunale ha l’obbligo di compilare.
Si limita solamente a dichiarare una parte del compenso nel 2015. Ovvero quando è arrivata la prima fattura.
Questa è la sua linea difensiva. E qui Alfonso Sabella è utile a capire la vicenda, anche nel suo ex ruolo di assessore alla Legalità , chiamato da Marino dopo Mafia Capitale: “Fui io a controllare le autocertificazioni e, guarda caso, la Raggi dichiara l’incarico dopo che iniziano i controlli, non prima”.
Si spieghi meglio.
Quello che mi colpisce è che la Raggi dichiara il suo incarico del 2012 solo nel 2015, cioè dopo che scoppia Mafia Capitale e dopo che, arrivato in Campidoglio, tra le prime cose che faccio c’è quella di controllare le autocertificazioni.
E l’altro incarico?
Non ne ho traccia.
Dice La Raggi: l’ho dichiarato quando ho emesso fattura.
Calma. Stiamo alla legge altrimenti si fa confusione. La legge e il modulo predisposto dal Comune prevedono che devi dichiarare i compensi percepiti e gli incarichi ricevuti dalla pubblica amministrazioni comunque comportanti oneri a carico della finanzia pubblica. Capito? Devi dichiarare l’incarico, non il compenso.
Dunque: se ho un incarico lo devo dire, anche se sarò pagato in seguito
Certo, e si capisce il principio di trasparenza cui è ispirata la norma. I cittadini non vogliono sapere quali incarichi hai non quanto guadagni. Per questo nel modulo c’è scritto: data dell’inizio dell’incarico e quanto dura. Ebbene, la Raggi non dichiara l’incarico del 2012 nè nel 2013, quando diventa consigliere comunale, nè nel 2014. Ma solo nel 2015, dopo che è scoppiata Mafia Capitale e dopo che io iniziai a verificare le autocertificazioni.
Il legale della Raggi dice: lo ha comunicato al Comune.
Non è vero: nelle autocertificazioni non c’è. Vada a controllare, lei che è un giornalista preciso. Io ne sono certo. Ripeto: non conta quando emette fattura, conta per la legge se dichiara o no l’incarico.
Effettivamente, la Raggi non dichiara l’incarico. Ecco il documento del Comune:
Però, Sabella, quella della Raggi potrebbe essere solo una svista.
Tutto potrebbe essere. Ma colpa o dolo lo accerterà il giudice. A questo punto l’avviso di garanzia alla Raggi è un atto dovuto. Per colpa o per dolo siamo davanti all’ipotesi di reato continuato di falso ideologico in atto pubblico. La Raggi, infatti, nel 2013 e nel 2014, ha fornito due false autocerficazioni dichiarando di non aver avuto incarichi della Pubblica Amministrazione con oneri a carico della finanza pubblica, qual è invece l’incarico conferitole dalla Asl di Civitavecchia. Questo dal punto di vista giudiziario. Dal punto di vista politico poi…
Dal punto di vista politico.
Non vedo la differenza con Ignazio Marino. Anche per lui era un indagine per quattro scontrini. Mi colpisce che un avvocato che si candida a sindaco commetta questo tipo di errori. E’ una vicenda politicamente molto rilevante.
Insomma, per lei l’avviso di garanzia è un atto dovuto. Ma è eleggibile o no ai sensi della Severino?
Per me è eleggibile. Non trattandosi di reato contro la pubblica amministrazione e non essendo realisticamente ipotizzabile una pena superiore a due o tre anni di reclusione — in casi del genere la condanna è due o tre mesi – un’eventuale condanna non comporta ineleggibilità o incandidabilità .
(da “Huffingtonpost“)
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