IL MARITO DI KAMALA HARRIS: “LA SUA FORZA E’ L’EMPATIA, E UNA GUERRIERA GIOIOSA, SA COME AFFRONTARE I CODARDI PERCHE’ I CODARDI SONO DEBOLI”
HARRIS LO HA INCONTRATO A QUASI 50 ANNI ED E’ DIVENTATA LA SECONDA MAMMA DEI SUOI DUE FIGLI
Un abbraccio alla mia famiglia allargata: nelle prime parole sul palco di Chicago del second gentleman che spera di diventare il primo first gentleman della Storia, c’era già il quadro che avrebbe dipinto nei successivi quindici minuti. Quello di un tipo di famiglia comune ovunque, ma non tra i pretendenti alla Casa Bianca. Kamala non ha figli, ha incontrato e sposato Doug quando aveva quasi cinquant’anni, ed è diventata la seconda mamma dei figli di lui, che la chiamano Mamala.
È un filmato del figlio maggiore Cole, che lavora nello spettacolo come la mamma, nella società di produzione di Brad Pitt, a introdurre Mr Emhoff sul palco, un video finto amatoriale che riassume la vita del padre prendendolo affettuosamente in giro. Ella (la figlia minore) è sul palco a mandargli cuoricini. È lei che descrive la mamma, il papà e Kamala, racconta Doug, come «una macchina genitoriale a tre teste». E per questo dal palco Emhoff le ringrazia insieme, Kamala, che non è qui perché impegnata in un comizio a Milwaukee, e Kirsten, che invece è seduta in platea.
Il second gentleman è un po’ goffo e un po’ buffo, come nel racconto che fa del primo appuntamento al buio con la futura compagna, cominciato con una telefonata alle otto e mezzo del mattino finita in un involuto messaggio lasciato in segreteria. Ma fa simpatia al pubblico di Chicago, e svolge senza sbavature il compito non particolarmente originale ma ineluttabile toccato a tante mogli prima di lui: enfatizzare il lato umano della candidata, una donna che «trova gioia nel ricercare la giustizia», la «cui forza è l’empatia».
Ma non una «molle», anzi, una «guerriera gioiosa», una procuratrice nell’anima che «sa che il modo migliore di affrontare i codardi è farlo a testa alta perché i codardi sono deboli»
Emhoff racconta anche delle loro fedi diverse, lui ebreo lei cristiana, delle tradizioni mischiate e condivise della loro famiglia. E sottolinea il ruolo di lei nella scelta di occuparsi da second gentleman di lotta all’antisemitismo.
Rivoluzionario a suo modo – è la prima volta (Bill Clinton non conta, era Bill Clinton) che un uomo incarna quello che per 250 anni di Storia americana è stato il ruolo simbolo della donna idealizzata – ma anche tradizionalissimo nello svolgimento. E nel far capire che un posto speciale nel suo cuore lo occupa un’altra donna, «l’unica che pensa sia Kamala quella fortunata ad avermi sposato»: Barb, la mamma.
(da Il Corriere della Sera)
Leave a Reply