“IL NIPOTE DELL’ASSESSORA HA INIZIATO OGGI A LAVORARE NEL MIO UFFICIO, QUINDI VUOI CHE NON MI APPROVINO UNA COSA DEL GENERE?”: LA SICUREZZA CON CUI L’IMPRENDITRICE MARCELLA CANNARIATO SAPEVA DI AVERE IN PUGNO L’ASSESSORA AL TURISMO SICILIANA, ELVIRA AMATA (FDI), FINITA SOTTO INDAGINE INSIEME AL PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA REGIONALE E DELFINO DI IGNAZIO LA RUSSA, GAETANO GALVAGNO (FDI)
LA BOMBA DELL’INDAGINE SUL TURISMO IN SICILIA RISCHIA DI DARE PIÙ DI QUALCHE GRATTACAPO A GIORGIA MELONI, VISTO CHE IL SUO PARTITO DA ANNI HA IN MANO INIZIATIVE E KERMESSE CHE DOVREBBERO PROMUOVERE L’ISOLA
«Il nipote dell’assessora ha iniziato oggi a lavorare nel mio ufficio, quindi tu vuoi che non mi approvino una cosa del genere? Ma va là!». Da anni l’assessorato al Turismo in Sicilia è retto dagli uomini di Giorgia Meloni. I fratelli d’Italia hanno cercato nel tempo di promuovere la regione con ricchi eventi e cotillon. Kermesse che, specie dopo le ultime inchieste giudiziarie, si sono rivelate vuote.
Dietro alle iniziative «volano di sviluppo» del territorio si è di fatto scoperto un coacervo di interessi, pratiche illecite e mancette che mette insieme mondo imprenditoriale, associazionistico e politico. Relazioni pericolose che per i magistrati della procura di Palermo, che indagano sul sistema di fondi regionali per l’organizzazione di eventi finiti agli amici degli amici, hanno un nome ben preciso: corruzione e peculato.
Queste sono le accuse mosse dai pm nei confronti del presidente dell’Assemblea regionale siciliana e delfino di Ignazio La Russa, Gaetano Galvagno, coinvolto nell’inchiesta insieme all’assessora al Turismo Elvira Amata. Nelle varie informative dei finanzieri emerge un quadro chiaro: un sistema di favori che arriverebbe anche ai livelli più alti delle istituzioni. Ai ministeri, ad esempio. E ai ministri.
«Allora per quanto riguarda il decreto, Elvira ha già dato disposizione di inviare al ministero la somma impegnata, dei trentamila… per la Fondazione Bellisario».
A parlare è il capo di gabinetto vicario dell’assessora Amata, Giuseppe Martino, che, coinvolto nell’indagine della procura guidata da Maurizio De Lucia, ha di recente lasciato il suo incarico.
Sua interlocutrice è invece l’indagata “eccellente”, Marcella Cannariato che, al tempo, seguiva numerose fondazioni e riceveva finanziamenti regionali proprio attraverso l’assessorato al Turismo: l’ipotesi dell’accusa è che dietro ci fosse un patto di scambio. Tradotto: per ottenere quei fondi Cannariato, moglie del patron di Sicily by car Tommaso Dragotto, avrebbe assunto il nipote dell’assessora in una delle sue società e dato un incarico ben retribuito di consulenza a Martin
Ma torniamo all’intercettazione. Che ha ad oggetto una «richiesta di finanziamento presentata all’assessorato regionale al Turismo da parte della Fondazione Bellisario». Una richiesta che, come spiega nella registrazione Cannariato, «necessita dell’approvazione del ministero del Turismo a Roma, ma che comunque è un “atto dovuto”». Perché atto dovuto? Sono i finanzieri che redigono l’informativa a rispondere: «C’è qualche timore sull’ottenimento delle somme ma Cannariato spiega che ha assunto il nipote di Elvira Amata per cui la richiesta di contributo sarà sicuramente accettata».
Quali strumenti di controllo ha pertanto messo in campo il ministero del Turismo circa il «non meglio precisato contributo pubblico»? Alla luce di queste novità giudiziarie, ci si chiede se il dicastero sia vittima o complice di un sistema fatto di nomine, consulenze e favori.
«No, non arriva a fine settimana, loro hanno mandato l’elenco compreso, ci siamo noi come Fondazione, al ministero lo rimanda indietro con l’approvazione del Ministro Donna 26 ed è un atto dovuto l’approvazione», continua a dire la manager che fa pure riferimento a una ministra.
Chi è? La conversazione risale a settembre 2023: al vertice del ministero del Turismo c’era già Daniela Santanché. Sarà lei a celarsi sotto lo pseudonimo affibbiatole dalla procura, che ha oscurato le identità dei personaggi non indagati ma citati negli atti? Una risposta al momento non c’è. Di certo Daniela Santanché viene citata negli atti quando è Sabrina De Capitani, l’ormai ex portavoce indagata di Galvagno, a riferire a una terza
persona di poter intercedere per lui parlando con il «presidente dell’Ars che lo può portare direttamente da Santanchè o La Russa».
«Eee adesso però mi devo, mi devo ammanicare bene La Russa amore […] no glielo deve, glielo deve dire Gaetano, non io», dirà De Capitani – che riferisce pure «di soggiornare in un appartamento a Palermo di FdI» – a proposito del presidente del Senato. Quale il suo scopo? Ottenere favori dai membri di governo? E di che tipo? I detective annotano: «La De Capitani avrebbe pianificato un incontro tra il Naso (Maurizio Naso, direttore marketing dell’Inter, ndr) e Galvagno per fine aprile in Sicilia, che però non sembrerebbe essersi ancora concretizzato;
la donna spiega come sia ancora attuale l’interesse del Naso di parlare con il Presidente dell’Ars e/o con il Presidente del Senato La Russa per ottenere dei fondi alternativi a quelli inizialmente pianificati per “SeeSicily” (progetto sul turismo, ndr), anche in Regioni diversi dalla Sicilia, esternando la propria difficoltà a non rispettare le previsioni di bilancio già formalizzate». Un riferimento viene fatto anche a Meloni, quando l’ex portavoce di Galvagno annuncia a Cannariato che la premier «il 17 e il 18 ottobre sarà a Palermo da loro (all’Ars, ndr)». La manager a quel punto non ci pensa due volte: mette a disposizione per Villa Gattopardo, struttura di sua proprietà.
(da “Domani”)
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