IL PARTITO DELLA NAZIONE CON VISTA CAMPIDOGLIO
NAZARENO BIS CON ALFIO MARCHINI IN POLE POSITION
“Marino non è vittima di una congiura di Palazzo. Ha perso il contatto con lacittà ”.Matteo Renzi, il “mandante” indicato dal sindaco di Roma silurato non ci mette la faccia neanche questa volta.
Poche, gelide, dichiarazioni affidate al libro di Bruno Vespa in uscita il 5 novembre, Donne d’Italia e rilanciate da agenzie di stampa e tv.
“Al Pd interessa Roma, non le ambizioni di un singolo”. Dunque, “Pagina chiusa. Andiamo avanti”.
Avanti, ci stanno le prove generali del partito della Nazione, un Giubileo tutto da organizzare ed elezioni per le quali anche nella cerchia più stretta del premier si prefigura un bagno di sangue.
Erano giorni e giorni che il segretario-premier non faceva altro che monitorare la situazione Marino con messaggi continui ai parlamentari romani (“Come va?”), telefonate plurime sempre più nervose al commissario e presidente, Matteo Orfini (“Allora? Ce la facciamo?”), offerte, minacce e promesse ai consiglieri comunali “pregati” di dimissionarsi, attraverso il suo uomo di fiducia, il sottosegretario Luca Lotti.
Ma ieri si è ben guardato dall’esporsi più del minimo: anzi, non è andato a Torino all’assemblea dell’Anci, dove era atteso.
Roma è stata uno scivolone continuo per lui. A metterci la faccia anche ieri a Otto e mezzo è stato il commissario e presidente del Pd, Matteo Orfini: “Ho fatto di tutto per sostenere Marino. Ma da lui c’è stata un’infinita serie di bugie”, dice. Con Renzi? “I rapporti sono buoni”.
Ieri gli uomini del premier lo difendevano (“ha avuto una mission impossible”), ma più e più volte Renzi si è lamentato di come la situazione è stata gestita.
Adesso, lo copre: per ora gli fa comodo mandarlo avanti, si riserva di mollarlo all’occorrenza.
Orfini ha assicurato che a Roma le primarie si faranno e che ci sarà un candidato di centro sinistra. Ma i nomi che facevano circolare ieri i renziani come possibili candidati, erano quelli di Alfio Marchini e Beatrice Lorenzin.
Per spingere il primo stanno lavorando il consigliere comunale Pd Fabrizio Panecaldo e Fabrizio Cicchitto: si tratterebbe di costruire un’operazione inedita, farlo correre come una sorta di candidato civico, senza simboli di partito .
E allora, davvero potrebbe essere il nome sul quale confluiscono i voti di tutti (tranne quelli dei Cinque Stelle).
Da vedere se lo stesso Marchini accetta o preferisce il sostegno più tradizionale del centrodestra.
L’ipotesi Lorenzin ha un altro significato: sarebbe la candidata per perdere, quella da sacrificare, che però permetterebbe di rinsaldare i rapporti con i centristi.E ancora, a proposito di candidati non certo di sinistra, qualcuno fa il nome di Andrea Riccardi. La minoranza già è partita all’attacco: “Se dobbiamo cambiare natura al Pd io non ci sto: allora facciamo prima il congresso”, dice Nico Stumpo.
Il partito della Nazione è comunque un percorso a ostacoli.
La realtà (lo ammettono anche i fedelissimi del premier) è che il Pd è allo stato brado e non si è neanche all’inizio del lavoro per la tornata elettorale di primavera.
Buio su tutta la linea.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply