IL PECCATO ORIGINALE DEI DAZI DI TRUMP: SI BASANO SU CALCOLI SBAGLIATI. LA CLAMOROSA SCOPERTA DELL’ECONOMISTA BRETT NEIMAN, EX FUNZIONARIO DEL TESORO CON BIDEN, AUTORE DI UNO STUDIO CITATO COME ISPIRAZIONE PER LE TARIFFE DEL TYCOON
“SI SONO SBAGLIATI, DI GROSSO: SECONDO LE NOSTRE STIME I DAZI DOVREBBERO ESSERE MOLTO PIÙ BASSI, FORSE UN QUARTO”
Un economista le cui ricerche sono state utilizzate dall’amministrazione Trump per giustificare i nuovi dazi globali ultra-elevati ha dichiarato che il presidente “merita una F in matematica”.
Brett Neiman, professore di economia all’Università di Chicago ed ex funzionario del Tesoro durante l’amministrazione Biden, è uno degli autori dello studio accademico su cui Trump ha basato i suoi calcoli. In un editoriale pubblicato lunedì sul New York Times, Neiman ha raccontato il suo iniziale sgomento alla notizia dell’annuncio dei dazi, quando ancora non sapeva di essere direttamente coinvolto.
«La mia prima domanda, quando la Casa Bianca ha svelato il suo regime tariffario, è stata: ma come diamine hanno fatto a calcolare tassi così elevati?»
La risposta, ha raccontato, è arrivata il giorno dopo — e in modo del tutto inaspettato.
«L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ha pubblicato la sua metodologia e ha citato uno studio accademico firmato da quattro economisti, incluso il sottoscritto, apparentemente a sostegno dei loro numeri. Ma si sono sbagliati. Di grosso.»
Neiman ha sottolineato che i calcoli della Casa Bianca sono “semplicemente sbagliati”: «Le nostre stime indicano che le tariffe calcolate dovrebbero essere molto più basse — forse un quarto di quelle indicate.»
Secondo Neiman, sono diversi gli errori alla base del metodo Trump. Il principale è il tentativo, definito “l’errore più grave”, di calcolare dazi “reciproci” per eliminare i disavanzi commerciali degli Stati Uniti con i partner esteri.
«È un obiettivo ragionevole? No, non lo è», ha scritto l’economista.
I disavanzi commerciali, ha spiegato, sono fenomeni normali e naturali. «Gli americani spendono più per i vestiti prodotti in Sri Lanka di quanto gli abitanti dello Sri Lanka spendano per i nostri farmaci o turbine a gas. E allora?». Non tutti i Paesi hanno le stesse risorse naturali o lo stesso livello di sviluppo, ha aggiunto. «I dati sui deficit non indicano — e tantomeno dimostrano — l’esistenza di concorrenza sleale.»
Per rafforzare la sua tesi, Neiman ha citato anche il premio Nobel Robert Solow, che una volta disse: «Ho un disavanzo cronico con il mio barbiere, che non compra nulla da me.»
In altri termini, non solo i numeri sono sbagliati, ma anche fuorvianti.
Anche se Trump riuscisse a eliminare i disavanzi commerciali — cosa che Neiman definisce «distruttiva» — i dazi reciproci fallirebbero comunque, ha affermato.
E anche ammettendo «per assurdo» che l’obiettivo sia valido e ignorando «le falle nella formula», ha aggiunto l’economista, «le tariffe risultanti sembrano corrette? Indovinate un po’: no, non lo sono.»
Neiman ha anche evidenziato che, pur citando il suo studio, l’amministrazione ha travisato i risultati.
«La Casa Bianca inserisce arbitrariamente un valore del 25% nella sua formula. Da dove arriva quel 25%? È legato al nostro lavoro? Non lo so», ha scritto.
L’economista ha poi lanciato un avvertimento sulle conseguenze di questi errori di calcolo: «I dazi reciproci avranno impatti enormi su lavoratori, imprese, consumatori e mercati azionari globali. Ma il documento metodologico offre un numero sorprendentemente scarso di dettagli.»
Neiman non è il primo esperto a criticare la strategia commerciale di Trump. Anche figure dell’area MAGA, come Ben Shapiro, lo hanno attaccato: ha definito i dazi «probabilmente incostituzionali» e «piuttosto folli». Shapiro ha inoltre concordato sul fatto che i calcoli di Trump siano errati e la sua visione «sbagliata».
Sabato, il presidente ha scritto su Truth Social: «QUESTA È UNA RIVOLUZIONE ECONOMICA, E VINCEREMO. RESISTETE, non sarà facile, ma il risultato finale sarà storico.»
Neiman, però, non è affatto convinto.
«I dazi reciproci annunciati mercoledì porteranno i tassi medi sui dazi al livello più alto da oltre un secolo», ha scritto. «E anche se vengono presentati come una politica commerciale del “fare agli altri ciò che fanno a noi”, non sono certo calcolati secondo la regola aurea della Bibbia.»
Neiman ha concluso dicendo che, nella sua visione, la politica tariffaria e la metodologia di Trump andrebbero completamente abbandonate. Ma, in mancanza di questo, «l’amministrazione dovrebbe almeno dividere i suoi risultati per quattro».
(da agenzie)
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