IL PM ANTIMAFIA SVIZZERO: “SENZA ITALIANI QUI CHIUDIAMO, I FRONTALIERI SONO INDISPENSABILI”
BERNASCONI: “REFERENDUM RIDICOLO, SENZA 62.000 LAVORATORI ITALIANI LE IMPRESE TICINESI CHIUDEREBBERO DALLA SERA ALLA MATTINA”… “LA LEGA SI E’ INVENTATA LA PAURA DA SCARICARE SU UN NEMICO IMMAGINARIO”
“Dietro il risultato di questo referendum c’è sicuramente la mancanza di conoscenza delle regole basilari dell’ economia: senza italiani, qui chiudiamo. I frontalieri sono indispensabili”.
Lo dice al Corriere della Sera l’ ex pm antimafia svizzero Paolo Bernasconi commentando l’ esito del referendum in nel Cantone Ticino.
“È in atto uno scollamento tra ciò che fanno i partiti e quello che accade nel mondo dell’ economia”, sottolinea Bernasconi.
“Le imprese ticinesi chiamano ogni giorno dall’ Italia 62 mila lavoratori, senza i quali il sistema manifatturiero, la sanità , il commercio chiuderebbero dalla sera alla mattina. E questi cosa fanno? Votano per rimandarli indietro. La realtà è che i frontalieri sono indispensabili alla nostra economia”.
“Il Parlamento ha scelto la via della trattativa, degli accordi con l’ Unione Europea, ed è quella corretta. Qui invece prevalgono gli slogan, la faciloneria, l’ illusione che possano esistere soluzioni immediate a problemi complessi”.
“Si tratta di una questione strettamente politica, di un gioco di potere. L’ Udc, la Lega dei Ticinesi stanno tentando di scalzare le èlite economiche rappresentate dai partiti storici e allora devono inventarsi qualcosa. Che cosa? La paura, la paura da scaricare su un nemico a portata di mano. E a questo scopo sono venuti buoni i lavoratori italiani”.
Per Bernasconi comunque la consultazione di ieri non avrà conseguenze concrete. “Non si riuscirà ad attuare la norma prima di tutto perchè è incostituzionale”, sottolinea, “introduce delle disparità tra cittadini e fa prevalere un criterio come la residenza sul merito e le capacità , condizionando la libertà di scelta delle imprese. Ma soprattutto sarà la realtà a imporsi. Sono in contatto con numerosi ceo di società grandi e piccole, che vivono di export. E sapete cosa mi dicono tutti? Che in Svizzera non c’è abbastanza manodopera, che abbiamo bisogno di lavoratori provenienti dall’ estero”
(da “Huffingtonpost”)
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