IL SEDICENTE CENTRODESTRA IN SICILIA COLPISCE ANCORA: SANATORIA PER LE CASE ABUSIVE COSTRUITE A 150 METRI DAL MARE
VERRANNO REGOLARIZZATE MIGLIAIA DI ABITAZIONI ABUSIVE… PASSA PER UN SOLO VOTO PERCHE’ QUALCHE ESPONENTE DEL CENTRODESTRA SI E’ DATO ASSENTE IN UN SOPRASSALTO DI DIGNITA’
Tornano a esplodere, in Sicilia, le polemiche sull’abusivismo edilizio: non solo nell’ambito della politica e tra gli addetti ai lavori, ma anche nell’opinione pubblica.
La questione è riesplosa per un emendamento presentato dalla maggioranza di centrodestra che sostiene il governo regionale, e riguarda in particolare l’argomento degli «abusi sulle coste»: in altri termini, si parla delle case costruite entro i 150 metri dal mare.
Il parlamento siciliano ha approvato un emendamento che tecnicamente può attivare una forma di sanatoria edilizia per le costruzioni realizzate dove esiste un vincolo di «inedificabilità relativa» e non assoluta.
Questo passaggio sulla «inedificabalità relativa» è cruciale, poiché ha dato e dà adito ad interpretazioni diverse, sulle quali si è scatenata la contrapposizione. L’emendamento è stato approvato con un solo voto in più: 19 i favorevoli e 18 contrari, a testimoniare la spaccatura all’interno della stessa maggioranza.
Alcuni deputati della maggiornza all’Ars (Assemblea regionale siciliana) non hanno votato ma sono giunti due voti di ex grillini confluiti in Attiva Sicilia.
Nettamente contrari invece il Pd, il Movimento dei Cinque Stelle e Claudio Fava.
«Si è consumata la pagina peggiore di questa legislatura. Nonostante gli appelli dell’opposizione, il governo Musumeci, in particolare l’assessore Cordaro con il centrodestra e tutte le sue stampelle, è riuscito ad approvare il condono previsto all’articolo 20 del testo. Una vergogna assoluta», ha detto il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo.
Ed è proprio l’assessore Cordaro a replicare: “Sanatoria è quando l’approvazione di una norma determina l’automatica regolarizzazione: in questo caso il cittadino per poter sanare la sua situazione deve chiedere e ottenere il parere favorevole degli enti preposti al controllo». Ed ha aggiunto: «Sono fiducioso sul fatto che la legge non verrà impugnata dal Consiglio dei Ministri, ma se ciò dovesse malauguratamente accadere finalmente costringeremo la Corte Costituzionale ad esprimersi attraverso principi di diritto definitivi sul punto».
Le tante voci critiche che si sono levate non solo dalle opposizioni da anche dalla società civile, in particolare le associazioni ambientaliste — Legambiente in primis —, non si attenuano.
Che la norma fosse destinata a creare tensioni nella maggioranza era chiaro: tanto che l’articolo 20 (sulla cosidetta «sanatoria») era stato stralciato dal resto del disegno di legge sull’edilizia, anche alla luce del rischio di una possibile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri.
A rendere la questione delicata è il fatto che le norme riguarderebbero migliaia di abitazioni: in alcuni casi addirittura si tratta di molti chilometri di costa, frutto di una gestione non oculata, durata decenni, del territorio.
Il passaggio decisivo è rinviato tecnicamente alla prossima settimana. Ma è in queste ore ed in questi giorni che si sta decidendo uno dei nodi più complessi per il presente ed il futuro dell’Isola più grande del Mediterraneo.
(da agenzie)
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