IMU, LA CIAMBELLA CON IL BUCO: IN REALTA’ NON CI SONO COPERTURE PER LA SECONDA RATA E DA GENNAIO ARRIVERA’ LA TASER
RICORDATE LA MULTA DA 92 MILIARDI AI CONCESSIONARI DI SLOT MACHINE? RIDOTTA A 2,6 MILIARDI, ORA IL GOVERNO SI ACCONTENTEREBBE DEL 25% DI 2,6 MILIARDI: MA SI’, FATEGLI PURE LO SCONTO, TANTO SOLO I COGLIONI PAGANO TASSE E MULTE
Settimane di discussioni, dibattiti, interviste, hanno prodotto – alla resa dei conti – due incontrovertibili verità .
Dal 2014 l’Imu sulla prima casa non esisterà più, sostituita da una nuova imposta, la Service Tax, battezzata Tares.
Quanto al 2013 il governo ha cancellato la prima rata della tassa, dovuta a giugno, impegnandosi ad abolire anche la seconda, rinviando la definizione delle coperture alla legge di stabilità .
‘incognita coperture.
“Una vittoria del governo e non del Pdl”, ha spiegato soddisfatto il premier Enrico Letta al termine della conferenza stampa, sottolineando che “il buon compromesso” raggiunto dovrebbe allungare la vita dell’esecutivo.
Toni trionfali per il vicepremier Alfano “‘Faccio fatica a nascondere la mia grande soddisfazione. I Tg e i giornali di domani porteranno nelle case degli italiani una bellissima notizia: gli italiani dovevano pagare una tassa e non la pagheranno”.
Ma l’entusiasmo del ministro dell’Interno va temperato dai fatti e da quello che per il momento è scritto nero su bianco.
Le coperture per l’abolizione della seconda rata non ci sono e quello che il ministro Saccomanni ha messo a disposizione oggi è quanto serve per consentire agli italiani di non pagare la prima rata dovuta a giugno.
Questo è un fatto, e un risultato acclarato che Pd e Pdl possono presentare con certezza davanti agli elettori. Tutto il resto, “accordo politico” a parte, nei fatti è rinviato a ottobre.
Arriva la Taser. Anche ammesso che ad ottobre si trovi la quadra economica, e politica, sui due miliardi necessari per non pagare anche la seconda rata, il tema si sposta a cosa accadrà dal 1 gennaio 2014.
Il nuovo nemico dei cittadini si chiamerà Taser, contrazione di Service Tax, e sarà formato da due componenti.
Una, denominiata Tari, spiega il governo, “sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo, locali o aree suscettibili, di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie – prosegue la nota – saranno parametrate dal comune con ampia flessibilità ma comunque nel rispetto del principio comunitario ‘chi inquina paga’ e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio”.
Rischio ritorno dell’Imu.
Ma è la seconda componente che rischia di essere un veicolo per reinserire surrettiziamente l’Imu.
Spiega il governo: “La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. Sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e i servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali).
La nuova tassa pagata da inquilini e proprietari. In questo caso le novità sono due, e importanti.
Da un lato perchè questa componente sarà di fatto una nuova tassa calcolata utilizzando la stessa base imponibile dell’Imu e dall’altra perchè a pagare saranno, in caso di abitazioni locate ad esempio, anche gli inquilini.
Il rischio, è che la nuova tassa, nel suo complesso, sommata anche la componente ex-Tares possa rimpiazzare quanto pagato oggi dagli italiani con l’Imu (e magari anche di più)
Le risorse reperite.
Ciò che raffredda gli entusiasmi manifestati in conferenza stampa al termine del Cdm è in realtà proprio il centro del dibattito degli ultimi giorni.
Dove trovare le risorse? Il ministro Saccomanni, tra i più prudenti di tutta la compagine governativa, ha rimandato dettagli precisi al testo definitivo del provvedimento.
Spiegando però che, a grandi linee, sono tre i bacini da cui il governo ha deciso di recuperare le risorse.
Due di queste tre sono di importo già noto.
La prima riguarda lo sblocco di altri dieci miliardi di euro per rimborsare i debiti Pa, che dovrebbero restituire un miliardo sotto forma di Iva.
Il secondo dovrebbe valere circa 650 milioni di euro, da portare a casa con la chiusura del contenzioso con i gestori di giochi.
C’è in ballo una multa da 2,6 miliardi, commutabile – in teoria e previa accordo – con una transazione del 25%.
Poi ci sono i tagli alla spesa pubblica.
Un punto, questo, su cui nessuno ha voluto sbilanciarsi.
Una bozza di testo circolata in tarda serata parla di tagli lineari del 10% a tutti i ministeri delle spese per i consumi intermedi.
Quanto vale quest’utlimo intervento non è chiaro. Saccomanni ha parlato di “3 miliardi di coperture”, ma è facile prevedere che – trionfalismi a parte – la partita del reperimento delle risorse sia ancora tutta da giocare.
(da “Huffingtonpost”)
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