IN ARRIVO I GRUPPI RENZIANI ALLA CAMERA MENTRE LEU TORNA CON IL PD
LA STRATEGIA DI RENZI: CREARE UN PARTITO RIFORMISTA ALLEATO DEL PD CHE POSSA RIVOLGERSI AL CENTRO
I gruppi di Renzi sono in arrivo.
Il Messaggero racconta oggi che il senatore di Scandicci è pronto a lanciare l’operazione che darà il via alla nascita del suo partito, mentre il Partito Democratico è pronto a rimpolpare le sue fila prendendosi i senatori di LeU:
E dunque: una trentina saranno i renziani alla Camera, almeno per partire («ma poi vedrete — dice Matteo ai suoi che dovremo chiudere le iscrizioni per overbooking») mentre al Senato l’operazione è questa.
Esce dal gruppo dem Renzi, per andare al Misto, e con lui cinque o sei senatori (si fanno i nomi di Faraone, Magorno, da Stefà¡no, la Malpezzi, la toscana Caterina Bini) mentre Marcucci resta dov’è: capogruppo Pd. Perchè serve più lì che fuori per il momento.
E infatti, spiega uno degli strateghi dell’operazione, tra i più vicini a Renzi: «Diversi guastatori, anzi chiamiamoci spingitori, gente cioè che incalza il Pd dal di dentro a colpi di iniezioni di coraggio riformista e di grande radicalità innovativa, in una prima fase non aderisce al progetto. Lo sostiene da fuori».
Dunque il turbo-renzismo va subito all’assalto del governo che Matteo ha molto contribuito a creare? Neanche per sogno.
Ai suoi Renzi spiega: «Sarà una separazione assolutamente consensuale. Il nostro progetto serve a rafforzare il governo, ad aggiungere una gamba in più capace di parlar fuori dal recinto della sinistra e anche ad aiutare la sinistra». Cioè? Scomposizione e ricomposizione politica sono le espressioni che usano quelli dell’«assalto riformista» che specificano — non è per rompere ma per correre di più.
«La nostra uscita dal Pd e l’entrata di Leu nel Pd sarebbe quasi a saldo zero», dice Matteo ai suoi. Poi ci saranno le elezioni. Dove il partito di Renzi si alleerà con il PD.
A meno che non arrivi il proporzionale.
(da agenzie)
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