IN EUROPA SALE L’OCCUPAZIONE MA L’ITALIA E’ FANALINO DI CODA
LAVORANO MENO DI SEI ITALIANI SU DIECI: LONTANI GLI OBIETTIVI EUROPEI
La notizia buona è che per la prima volta dallo scoppio della crisi finanziaria il tasso di occupazione degli
europei fra 20 e 64 anni è aumentato arrivando, lo scorso anno, al 69,2% e riducendo la forbice con il picco toccato nel 2008 quando aveva un lavoro il 70,3% della popolazione del Vecchio continente.
Quella cattiva è che l’Italia continua ad arrancare: peggio del nostro paese (tasso al 59,9%) fanno solo Grecia (53,3%) e Croazia (59,2%) solo che il risultato della repubblica balcanica va letto in chiave positiva perchè Zagabria ha già raggiunto l’obiettivo d’occupazione al 2020 indicato dall’Unione europea (59%).
L’Italia, invece, è lontana anni luce pur avendo uno dei target i più bassi dell’Ue: meno del 67% indicato per l’Italia c’è solo il dato della Croazia e quello di Malta (62,9%) che pure lo ha già superato con un tasso di occupazione al 66,3%.
Insomma anche per i tecnici di Bruxelles la situazione italiana resta tra le più complicate dell’intero Vecchio continente.
Certo chi è messo peggio come la Grecia e la Spagna che ha lo stesso tasso di occupazione italiano, eppure per Atene e Madrid, Bruxelles ha indicato obiettivi più ambiziosi per il 2020: il 70% di occupati per i primi, il 74% per gli altri.
Come a dire che per la Ue il mercato del lavoro è talmente ingessato che un’inversione di rotta pare quasi impossibile.
Nelle previsioni pubblicate oggi dall’Istat, il tasso di occupazione al 2017 potrebbe salire al 62,4%. Decisamente lontano dal dato della Germania (77,7%) o della vicina Francia (69,8%).
A livello europeo si registra la continua crescitandell’occupazione femminile arrivata al 63,5%, mentre quella maschile è al 75%.
I paesi con il più alto tasso di occupazione sono quelli nordici con in testa la Svezia (80%) seguita dalla Germania, dall’Olanda (76,1%) e Danimarca (75,9%).
Giuliano Balestrieri
(da “La Repubblica”)
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