INSULTI RAZZISTI ALLA MIGRANTE ERITREA, IL VESCOVO DI RAGUSA CHIEDE SCUSA A NOME DELLE PERSONE CIVILI
INSULTATA IN OSPEDALE DURANTE UNA VISITA ALLA FIGLIA NEONATA… IL VESCOVO: “ODIO ALIMENTATO DA UNA POLITICA CHE MIRA A DIVIDERE”
Dopo la messa celebrata per i tre anni del suo episcopato a Ragusa, il vescovo, monsignor Carmelo Cuttitta, ha voluto chiedere scusa a nome della comuinità a Fara, la donna eritrea vittima di razzismo in ospedale
Arrivata al porto di Pozzallo sabato scorso dopo aver appena partorito, Fara, vittima di violenza sessuale in Libia, è stata bersagliata da insulti razzisti.
E’ successo all’ospedale Paternò Arezzo dove è ricoverata la figlia neonata.
“Ha un virus – le hanno gridato – è inaccettabile che stia qui. Vattene, porti malattie”. In un clima che si è surriscaldato tanto da rendere necessario l’intervento dei carabinieri.
Sull’episodio è tornato il vescovo di Ragusa Cuttitta. “Voglio mettere in risalto – ha detto – quanto accaduto ieri in Neonatologia. Una donna eritrea che si temeva per il solo colore della pelle potesse contagiare chissà quali malattie ad altri bambini ci induce a fare qualche riflessione”
“Come vescovo di Ragusa – ha proseguito – questo mi induce a chiedere scusa perchè ad agire sono stati ragusani, sicuramente battezzati che magari si professano cristiani. E allora spetta anche al vescovo chiedere scusa perchè l’umanità non ha colore, perchè siamo tutti figli dello stesso Padre, perchè non possiamo professarci cristiani e poi assumere comportamenti che negano il Vangelo”.
“Viviamo in un clima di crescente insofferenza – ha aggiunto il vescovo di Ragusa – alimentato anche da una politica che mira a dividere, a creare allarmi e genera paura e su questa paura e su un linguaggio e su atteggiamenti spregiudicati fonda la sua capacità di accrescere i consensi”.
“L’episodio di ieri – ha concluso il vescovo – è un figlio di questo clima che vuol negare valori come l’accoglienza e la solidarietà e vuol privare a una consistente parte di umanità anche il diritto al futuro e alla speranza. Questa donna, mamma un bambino appena nato, si era avvicinata ed è stata allontanata in malo modo. Non possiamo rimanere inerti quando ne va di mezzo la vita degli altri e i disagi degli altri”.
(da Globalist)
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