INTERCETTAZIONI, IL PDL CI RIPROVA CON IL DISEGNO DI LEGGE ALFANO
SI RITORNA ANCHE SULLA RESPONSABILITA’ DELLE TOGHE
Il Pdl riparte dal disegno di legge Alfano sulle intercettazioni.
Lo fa alla Camera dove il capogruppo in commissione Giustizia, Enrico Costa lo propone come punto di partenza del dibattito. “E’ un disegno significativo del nostro Governo”, risponde, interpellato, il parlamentare che annuncia: “Presenterò anche un ddl sulla responsabilità civile dei magistrati”.
Costa pensa anche anche al disegno di legge sulla messa alla prova ed è “partito dal presupposto di proporre come base di discussione testi già approvati almeno da un ramo del Parlamento”.
A questi, infatti, l’articolo 107 del regolamento consente una sorta di “corsia privilegiata” per la calendarizzazione.
Tutto questo accade pochi giorni dopo la requisitoria del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini nel processo Ruby in cui il magistrato ha chiesto 6 anni di reclusione per Silvio Berlusconi.
La notizia, per giunta, arriva in una giornata già carica di tensione per il settore della giustizia.
Da una parte il documento del plenum del Csm che chiede al ministro della Giustizia di intervenire per far sentire il sostegno alla magistratura dopo gli attacchi degli ultimi giorni.
Dall’altra anche la famiglia Berlusconi che torna a far sentire tramite un’intervista rilasciata a Panorama da Marina, primogenita del leader del Pdl. Il processo Ruby “è una farsa che non doveva neppure cominciare” dice.
La prima reazione è quella del Partito Democratico: “Il tema delle intercettazioni non è certamente una priorità nell’ambito delle importanti riforme che attendono i cittadini per l’efficienza della Giustizia — dice Anna Rossomando — Gli orientamenti del Pd sono noti: riteniamo che si tratti di uno strumento investigativo fondamentale con la doverosa tutela della riservatezza delle persone”.
“La riproposizione da parte del Pdl del testo già proposto nella passata legislatura — osserva infine l’esponente democratica — rischia di far fare un grave passo indietro al confronto politico”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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