INTERVISTA A PARISI: “CON LA LEGA CI SCHIANTIAMO, CHI CREDE IN SALVINI SI ACCOMODI PURE CON LUI”
“IO PENSO A RICOSTRUIRE UN’AREA LIBERAL-POPOLAREI, I PARTITI SONO FINITI, NON SI GOVERNA CON LE RUSPE MA CON UN PROGETTO CONCRETO”
«Il centrodestra e il Paese vanno guidati da una leadership consapevole e capace, con idee chiare e progetti concreti per ricostruire il Paese, che non sappia solo vincere, ma che sia in grado poi di governare. Io mi candido a guidare questa comunità politica che stiamo giorno dopo giorno costruendo. Chi vuol esserci è il benvenuto, chi vuole andare con Salvini faccia pure. Più chiarezza c’è, meglio è».
Rompe gli indugi Stefano Parisi, senza più attendere investiture da alleati o da Arcore: «Io vado avanti comunque», dice.
E con la sua candidatura messa sul tavolo, si pone come alternativa moderata a Salvini che «non è più la Lega di Bossi dai contenuti federalisti e riformisti, ma lepenisti» e che si presta «al gioco di Renzi, permettendogli di presentarsi come unico argine al populismo».
L’alternativa vera al premier sarebbe lei?
«Dopo la vittoria di Trump negli Usa è sempre più evidente come la sinistra non sia stata in grado di capire il malessere, l’insicurezza, l’impoverimento, le paure di intere comunità . Renzi, imponendo come sua priorità il referendum con l’appoggio di Confindustria e banche internazionali quando la gente ha tutt’altri problemi, dimostra plasticamente la sua crisi. Ma se l’alternativa non può essere Grillo, non può esserlo nemmeno un centrodestra guidato da Salvini con i suoi slogan e le sue ruspe. FI e i moderati sono a questo bivio: imboccando la via indicata dalla Lega ci si schianta, scegliendone un’altra ci si candida a vincere».
Quale è l’altra strada?
«È quella alla quale stiamo lavorando: una comunità politica che si allarga ogni giorno di più, liberale, popolare, riformista, radicale e concreta nel proporre soluzioni».
È possibile un’alleanza fra questa componente, Lega e FdI?
«Lo vedremo alla fine del cammino, ma non si può partire – come alcuni in FI fanno – dall’idea che si debba costruire una coalizione per forza, anche quando l’eterogeneità la rende di per sè instabile. Se c’è chi vuole andare con Salvini in posizione minoritaria prego, vada pure. Noi vogliamo rappresentare altro».
Ma lei a nome di chi parla? Di FI? O ormai lavora a un nuovo partito?
«Io non sono di FI, non ci sono entrato quando mi chiesero di fare il coordinatore e non ci entrerò. E non penso all’ennesimo partitello, ma a qualcosa di più grande. I partiti per come li abbiamo conosciuti sono finiti, la vittoria di Trump insegna. Il processo di ricostruzione dell’area liberale e popolare va fatto oltre FI, perchè lì dentro tante persone non ci entrerebbero mai».
Il suo rapporto con i vertici azzurri è travagliato: perchè ce l’ha tanto con i Toti, i Romani, i Gasparri, i Brunetta
«Ma a me non interessano i nomi, io sto costruendo una cosa nuova, chi vuol starci ci sta, non evita come la peste le occasioni di incontro, come la mia conferenza programmatica dalla quale si sono tenuti lontani… Sinceramente, non mi importa nulla di quello che fanno queste persone, ci sono simpatizzanti, dirigenti, amministratori, parlamentari di FI che sono entusiasti del cammino che stiamo facendo e altri che andranno altrove. Non è un mio problema».
Magari lo è di Berlusconi, che forse non vuole un partito sfasciato: ha mandato un messaggio a lei, ma anche a Toti..
«Beh, non mi sembra la stessa cosa: venerdì ha mandato un saluto per una manifestazione per il No. Nell’intervista al Corriere è stato nettissimo, ha detto che non siamo la destra, non siamo Salvini, siamo liberali e popolari: più chiaro di così…».
E ha rilanciato il proporzionale, che per Salvini è l’arma per un nuovo Nazareno.
«Parlo per me e dico basta con queste sciocchezze: Verdini non l’ho mai visto, figuriamoci se mi interessa la sommatoria dei partitini o il Nazareno, io Renzi lo voglio battere. E lo dico chiaramente: se vincerà il no, sbaglierebbe FI ad appoggiare un governo a guida Renzi. Fossi in loro non lo farei. Ma il proporzionale, con correttivi maggioritari certo, può essere la soluzione per evitare coalizioni costruite con lo scotch e non in grado di governare».
Se lei si sente alternativo a Salvini, non parteciperebbe a primarie del centrodestra?
«Non penso che oggi sarebbero una soluzione, tanto più senza regole e garanzie di trasparenza. E comunque il problema del centrodestra oggi è darsi prima una identità , e solo dopo un leader. Tra diverse identità ci si confronterà : se si troverà un accordo, bene, altrimenti ciascuno farà la sua strada. E io andrò avanti, in ogni caso».
(da “il Corriere della Sera”)
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