INTERVISTA A SABELLI: “MANI PULITE IMPOSSIBILE SENZA LA NORMA PENALE SUL FINANZIAMENTO ILLECITO”
IL PRESIDENTE DELL’ANM: “NON RIESCO A CREDERE CHE SIA VERO”
“Non conosco le ragioni che sostengono questo tipo di proposta. Ma se le cose stanno così sono veramente meravigliato di come si possa fare una proposta del genere”. Rodolfo Sabelli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, chiede di rileggere ancora una volta l’emendamento del Pdl presentato in commissione Affari costituzionali della Camera al disegno di legge del governo sul finanziamento pubblico ai partiti.
Allora, che cosa ne pensa?
“Stento a credere a una cosa del genere perchè si tratta di un intervento che può produrre effetti molto gravi. Tanto per capirci bisogna ricordare che Mani pulite si fondava su tre pilastri: il primo era i reato di corruzione, il secondo quello di falso in bilancio…”.
Su cui sono già intervenuti…
“Non è stato formalmente depenalizzato, ma di fatto è depenalizzato, totalmente depotenziato”.
E il terzo pilastro?
“Era quello del reato di finanziamento illecito ai partiti. Ora questa proposta di depenalizzazione del finanziamento illecito vuol dire depotenziare quel terzo pilastro. Il finanziamento ai partiti politici da parte dei privati o di società non è vietato. E la norma attuale sul finanziamento illecito non vuole vietarlo, non vuole impedirlo, ma chiede la trasparenza. E quando è fatto da società si richiede la delibera dell’organo competente e l’iscrizione a bilancio. La riforma in discussione muove inoltre verso una curvatura che tende a valorizzare il profilo privato, del sostegno del privato al partito. Ma questo sostegno non può non andare di pari passo con il rafforzamento della trasparenza. Mi conceda una citazione: Louis Bradeis, un giurista americano attivo fra fine Ottocento e prima metà del Novecento, diceva: “La luce del sole è il migliore disinfettante”. Come dire che la trasparenza è la migliore alleata della legalità “.
In caso di violazione oggi si prevede il carcere. L’emendamento vuole cancellarlo…
“La sanzione oggi costituisce un rafforzamento dell’obbligo di trasparenza. È chiaro che la sanzione penale, detentiva e pecuniaria, ha una forza, ha un’efficacia dissuasiva e preventiva enormemente superiore a quella di una sanzione amministrativa. Questa norma risponde alla volontà di determinare una risposta repressiva, ma anche realizzare una dissuasione preventiva”.
Silvio Buzzanca
(da “La Repubblica“)
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