INTERVISTA A SUSY DE MARTINI, LA “LADY DI FERRO” DI FORZA ITALIA CHE NON PIACE ALLE VELINE: “AL PARLAMENTO EUROPEO SOLO 5 DEPUTATI ITALIANI SU 72 CONOSCONO BENE LE LINGUE, NORMALE CHE L’ITALIA NON CONTI NULLA”
“PROFESSIONALITA’ E COMPETENZA NELLE CANDIDATURE, BASTA REDUCI E RACCOMANDATI”… “L’80% DEI COLLABORATORI E’ SCELTO TRA PARENTI E AMICI, OCCORRE MORALIZZARE E FARE UN CONCORSO PUBBLICO PER DARE LAVORO AI GIOVANI CHE MERITANO, NON AI CONGIUNTI”
Incontriamo la dott.sa Susy De Martini mentre corre da un impegno elettorale ad un altro: parlamentare europea uscente di Forza Italia è infatti ricandidata alle prossime elezioni nel collegio Nord ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria)
In nome di una lunga amicizia accetta una intervista un po’ fuori dalle righe, sicuramente una delle meno formali finora affrontate.
Ci tolga una prima curiosità : è vero che al Parlamento europeo è stata accolta con tutti gli onori dagli altri gruppi perchè finalmente hanno trovato un parlamentare italiano che parla bene l’inglese e il francese? Fatto così raro?
Contrariamente a quanto accade in Italia nella selezione del personale politico, dove contano appoggi e amicizie, all’estero valgono i titoli. Per gli inglesi è essenziale il curriculum, è la prima cosa che guardano per valutare un aspirante politico o un collega. Purtroppo i parlamentari italiani in Europa non brillano per conoscenza delle lingue e questo diventa un grosso handicap nei rapporti interpersonali.
Ci può svelare quanti parlamentari italiani padroneggiano inglese e francese a un certo livello?
Solo cinque su settantadue
Andiamo bene, allora… E’ vero che le due principali commissioni (esteri e bilancio, di cui lei fa parte) sono riservate solo a chi conosce perfettamente le lingue? Se così fosse, verrebbe da chiedersi che ci vanno a fare a Bruxelles tanti politici italiani: i peones ?
Chi ha determinate qualifiche entra a far parte delle commissioni che contano, quelli che lei chiama peones vengono dirottati su commissioni di secondo piano, come le Pari Opportunità , ad esempio. Nella commissione Esteri di italiani siamo solo io, Arlacchi e, quando si vede, De Mita. Eppure sono commissioni importanti: il 21 agosto scorso si doveva decidere la posizione da tenere in merito ai bombardamenti in Siria.
Parliamo di costi. Hanno ancora senso le due sedi distaccate, Bruxelles e Strasburgo?
No, non hanno senso, ma esiste un trattato cui la Francia non intende rinunciare. Questa posizione ci costa 1 miliardo di euro a legislatura che si potrebbero risparmiare chiudendo la sede di Strasburgo. Attualmente ci si riunisce per le commissioni a Bruxelles tre settimane al mese, per l’assemblea plenaria una settimana a Strasburgo. Gli italiani a Bruxelles sono pochi, nelle commissioni si lavora duro, dal lunedi al venerdi. La maggior parte si fa vedere solo a Strasburgo per fare passerella.
Solo per salvarsi dalle statistiche delle presenze quindi?
Qualcuno, non faccio nomi, ma non è un politico sconosciuto, anche per andare al vicino Casino’
Quanto guadagna un parlamentare europeo, al netto delle spese del personale e del rimborso viaggi?
La cifra esatta netta è di 6.120 euro al mese. Due collaboratori sono pagati direttamente dalla Ue, sono dipendenti fissi e percepiscono uno stipendio sulla base delle normative belghe. Poi si può usufruire di un badget per le collaborazioni locali, ma tutto passa tramite un organismo di controllo che garantisce anche il versamento dei contributi.
Lei ha un curriculum invidiabile, con docenze universitarie in medicina sia in Italia che negli Usa e incarichi prestigiosi: ha avuto qualche imbarazzo a trovarsi accanto presunte veline e addette alla reception?
Nessun imbarazzo: per il semplice motivo che per imbarazzarmi avrei dovuto vederle qualche volta. Battuta a parte, si ritorna al metodo di selezione: se si scelgono candidate in quota correnti interne, frequentazioni private e magari posti di lavoro trovati grazie ad appoggi politici, non si fa molta strada a livello qualitativo. Diciamo che la meritocrazia è altra cosa…
Chi la conosce sa che non è una che non le manda a dire e questa sua “autonomia” le ha procurato qualche guaio in Forza Italia: stavano per non ricandidarla …
Penso che la mia ricandidatura sia stata vista di ostacolo da parte di qualcuno che puntava alla propria rielezione senza competizione. Devo ringraziare Antonio Martino che ha segnalato la professionalità e l’impegno con cui ho lavorato nelle commissioni. Non ho mai avuto problemi a fare un passo indietro: un conto è farlo di fronte a personalità di livello superiore, altra cosa per dare spazio a raccomandate.
Che pensa dell’esclusione dalla lista dell’ex ministro Scajola? Se passano dei condannati in primo grado, in fondo non ne avrebbe avuto diritto anche uno finora assolto?
Non entro nel merito della vicenda processuale, ma qua siamo di fronte a una posizione schizofrenica. Qualcuno mi spiega perchè si può candidare un inquisito o un condannato e invece si esclude dalla lista chi è stato assolto? E’ solo una questione di criterio e di buon senso. Per non parlare dell’ ingratitudine verso chi ha dato tanto a Forza Italia.
Questa volta è l’unica candidata ligure di Forza Italia: se fosse eletta ha problemi a collaborare con la giunta regionale di centrosinistra?
Ho lavorato nelle Università americane, si figuri se ho problemi a collaborare con qualcuno. Certo non aiuta una Regione, come la Liguria, che ho dovuto incalzare su tanti temi, dalle infrastrutture al porto, alle ferrovie, non risparmiando critiche costruttive.
Lei si è iscritta al gruppo dei conservatori inglesi di Cameron, non al Ppe: ci spiega perchè?
Per un semplice motivo, io mi sento di destra e non democristiana, quindi la mia collocazione naturale è quella. Preferisco la chiarezza ai compromessi: infatti non ho un carattere facile
E’ nota la sua antipatia verso la politica della Merkel e verso l’egemonia tedesca nelle scelte economiche della Ue. Vuole anche lei uscire dall’euro o chiede di rinegoziare i trattati?
La via più logica è quella di una rinegoziazione profonda dei trattati che hanno penalizzato l’Italia a tutto vantaggio di altri Paesi. Era più facile non entrarci che uscire ora dall’euro, in ogni caso un’uscita va programmata nel tempo, altrimenti ci sarebbero contraccolpi notevoli sulla nostra economia. L’ultima cosa che ci possiamo permettere è di vedere salire i mutui alle stelle. Fermo restando che l’Europa è altra cosa dagli interessi di parte della Germania e su questo è ora che il governo italiano si faccia sentire.
Lei gode dell’appoggio di numerose associazioni liberali: ma anche Scelta europea non si rifà ai principi del libero mercato?
Mi vuole provocare? Scelta europea è politicamente una grossa truffa, è la Lista Monti sotto altro nome, nulla di più. Quali principi del libero mercato difenderebbe se ha votato contro gli accordi con gli Usa per il libero scambio? Ha mai visto veri liberali allearsi con la sinistra?
I problemi del lavoro e della crescita possono essere almeno parzialmente risolti a livello europeo con un cambiamento di rotta o è una mission impossibile?
E’ chiaro che contano molto le politiche economiche dei singoli Stati nazionali, ma è innegabile che a livello europeo molto si sarebbe potuto fare e si potrà fare in futuro per rilanciare la crescita. Ma occorre un cambiamento reale di mentalità e alcuni Paesi devono rinunciare ai propri egoismi. L’accordo sul libero scambio garantisce ad esempio 200.000 nuovi posti di lavoro, vogliamo rinunciarci?
Finiamo con una cattiveria: quanti parenti ha sistemato tra i collaboratori o portaborse europei? E quanti ne ha invece trovati tra gli altri parlamentari, senza specificare i partiti di appartenenza?
Per quanto mi riguarda metto a disposizione l’elenco dei miei collaboratori a chiunque: nessuno parente, potete verificare tranquillamente. Devo dire che ho dovuto putroppo toccare con mano una realtà ben diversa per quanto riguarda l’insieme dei parlamentari, con parentele fino all’ottavo grado e scambio di parenti tra esponenti di partiti diversi, in modo da non far figurare una “collaborazione” diretta.
Che percentuale quindi esiste di parenti e amici-che tra i collaboratori dei parlamentari italiani in Europa? Ha un’idea?
Non meno dell’80%. Per questa situazione scandalosa, se sarò eletta, intendo proporre un metodo di concorso pubblico aperto, rivolto ai giovani. Deve poter lavorare chi merita, non chi è amico degli amici: la politica si cambia con scelte coraggiose.
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