INTERVISTA AL PATRON DI PRADA: “NON E’ CERTO L’ART 18 IL NODO CHE BLOCCA LA CRESCITA”
“INVECE CHE INVOCARE NUOVE REGOLE, GLI IMPRENDITORI RITROVINO IL CORAGGIO DI INVESTIRE”
Dottor Bertelli, lei che guida un grande gruppo come Prada, ritiene che Matteo Renzi abbia fatto bene a mettere in campo la contrapposizione sull’articolo 18?
«Era abbastanza prevedibile che sull’articolo 18 si sarebbe aperta una contesa forte e ora occorre trovare una soluzione. Ma se, come qualcuno dice, l’articolo 18 è diventato un simbolo che in Europa chiedono di togliere in cambio di una maggiore flessibilità sulle regole di bilancio, allora penso che dovremmo andare in questa direzione».
È sicuro che senza articolo 18 si riuscirà ad avere più crescita e più lavoro in Italia?
«Su questo ho miei dubbi, poichè l’articolo 18 riguarda un numero molto limitato di lavoratori. Io credo che invece di invocare nuove regole per il lavoro le imprese dovrebbero puntare di più su sè stesse. Per rimettere in moto la crescita occorre che gli imprenditori ricomincino a investire, trovino il coraggio di conquistare nuovi mercati all’estero mettendo a rischio una parte dei loro capitali».
Ma lo scontro in atto tra le forze politiche sul lavoro rischia di provocare una crisi di governo. Renzi deve andare avanti lo stesso?
«La realtà è che molti politici hanno paura che Renzi riesca a fare le riforme prendendosi tutti i meriti e diventando così troppo forte e troppo autonomo. Ecco perchè il disegno sarebbe quello di fare cadere il governo ma senza andare a elezioni e promuovere un nuovo esecutivo che distribuisca il merito delle riforme su un più ampio spettro politico».
La critica più ricorrente è che il governo abbia messo troppa carne al fuoco e rischia di non portare a casa niente. È così?
«È normale che con tanta carne al fuoco qualche bistecca si brucerà . Ma io dico che per fare le riforme dello Stato occorre lo sforzo di tutti, remando nella stessa direzione, e che queste saranno sicuramente perfettibili.
Anche all’interno del Pd stanno crescendo i malumori.
«Essendo il Pd nato con tante anime diverse, che Bersani e D’Alema siano uniti e che non abbiano la stessa visione di Renzi mi pare abbastanza scontato».
Giovanni Pons
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