INTERVISTA AL PM GUARINIELLO: “THYSSEN, COLPE ORMAI CERTE, PER LA PRIMA VOLTA PAGHERANNO I VERTICI”
DOPO LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE E I TIMORI DEI PARENTI DELLE VITTIME
Fin dalla tarda notte di giovedì Raffaele Guariniello ha analizzato ogni codicillo della decisione della Cassazione.
Poi ieri ha emesso la sua personale sentenza: «Sono molto soddisfatto. La Cassazione ha stabilito un principio molto importante: per la prima volta si riconosce che i colpevoli di un incidente sul lavoro siedono anche in consiglio di amministrazione»
Dottor Guariniello, i parenti delle vittime protestano. Che cosa risponde loro?
«Rispondo che hanno ragione a chiedere giustizia. Siamo al termine di una vicenda paradossale: noi ci abbiamo messo tre mesi a chiudere le indagini complesse su un dramma che ha scosso il Paese. Lo abbiamo fatto grazie a una preparazione specifica che si è accumulata nel corso del tempo alla Procura di Torino. Poi però ci sono voluti sei anni per arrivare al giudizio della Cassazione. Questa è una distorsione che va sanata. Lo dico a chi governa: a mio parere è necessario mettere mano a un sistema così. Per evitare che i tempi lunghi diano l’idea dell’impunità ai colpevoli e della giustizia negata alle vittime».
Nel processo Thyssen c’è il rischio della prescrizione dei reati?
«Quel rischio non c’è ma bisogna agire comunque in fretta. Per rispondere a una legittima domanda di giustizia da parte dei cittadini e dei parenti delle vittime. Io considero la Cassazione un punto di riferimento imprescindibile per la giustizia italiana. Dal 1988 mi leggo tutte le sentenze. Quante volte ho trovato scritto che un certo fatto era reato ma che non era più perseguibile perchè era passato troppo tempo? Ecco, questa è la distorsione da superare».
Che cosa la convince della sentenza della Cassazione?
«Il riconoscimento della colpevolezza di tutti gli imputati. Fino a poco tempo fa di fronte a un incidente sul lavoro ci si limitava a indagare sulla meccanica dei fatti e sul comportamento delle figure intermedie, capisquadra e capireparto, responsabili di quel tratto del processo produttivo. Ora invece si è riconosciuto che la responsabilità è anche di chi compie le scelte strategiche dell’azienda. Per questo dico che con questa sentenza il processo per un incidente sul lavoro entra per la prima volta nella stanza del consiglio di amministrazione».
Nel nuovo appello potrete chiedere pene più severe?
«Certamente e, se mi sarà assegnato, come mi auguro, l’incarico di seguire quel processo, credo che lo farò. Fino a ieri i reati ascritti agli imputati erano due (omicidio colposo e disastro colposo) e ora diventano tre».
Paolo Griseri
(da “La Repubblica”)
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