INTERVISTA ALLA POLVERINI: “ALEMANNO HA FATTO TANTI ERRORI, CI VOLEVA UNA NOVITA'”
“IL TRAM 8? IO NON L’AVREI INAUGURATO”…”IL PDL ROMANO RIFLETTA, LA CRISI PARTE DAL 2010”
Renata Polverini, almeno lei, nelle file del centrodestra, ha votato?
«Certo che ho votato, sia 15 giorni fa sia ieri. Lo considero un dovere inderogabile. E aggiungo: come è bello stare insieme quando si vince, così si dovrebbe fare se si perde. Cosa che non sempre, dalle nostre parti, accade…».
L’ex governatrice del Lazio, dimissionaria 9 mesi fa per lo scandalo delle «spese pazze» in Regione, oggi deputata, parla schietto.
Invoca una «grande riflessione» nel Pdl romano e laziale.
Picchia duro contro la «smania correntizia». Non lesina critiche a Gianni Alemanno.
E se avessimo scelto la Meloni, vagheggia…
Partiamo dal «cappotto» che vi ha rifilato il centrosinistra o dal 55% di romani rimasti a casa?
«Ma no, la sconfitta è talmente pesante che è inutile che ci nascondiamo dietro l’astensionismo. In maggioranza sono stati i nostri elettori a non votare. E così il centrodestra ha sprecato una grande occasione, mi auguro non irripetibile».
Lo smottamento è partito dal caso di «Batman» Fiorito?
«Sicuramente quello per noi è stato un problema, in tutto il Paese: il messaggio, devastante, è arrivato ovunque. Ma quando i sindaci uscenti vengono tanto penalizzati è segno che c’è dell’altro».
Intanto non sarà che è mancato Silvio Berlusconi? L’ex premier si è speso poco, giusto qualche intervista sulle tv locali.
«Ah, certo… La premessa è che se non c’è Berlusconi la proposta del Pdl perde fascino. Chi vedeva in lui una figura debole oggi farebbe bene a ricredersi definitivamente».
Però?
«Però c’è anche la questione, enorme, del centrodestra romano, che ho toccato da vicino perchè parte dal 2010, quando non fu presentata la lista Pdl alle regionali da noi vinte lo stesso. Quella vicenda, gestita malissimo, ha provocato effetti a catena, come la composizione di un consiglio e di una giunta dai profili meno alti, e analogamente la necessità per Alemanno di tenere in equilibrio le varie componenti».
E Gianni dove ha sbagliato?
«Mmh…»
Suvvia. Lista troppo lunga?
«Beh, non dimentichiamo che per i sindaci gli ultimi 3 anni, con il calo delle entrate dovuto ai tagli dei governi nazionali, sono stati drammatici».
Dopodichè?
«Dopodichè Alemanno nel 2008, quando non si aspettava di vincere, forse non ha avuto il coraggio di circondarsi di figure di peso, anche perchè i leader che potevano sostenerlo erano stati traghettati in Parlamento. Secondo: venendo lui da esperienze nazionali, ha pensato che la vera sfida fosse dare alla città lo status di Roma capitale, che però è solo un marchio. La gente nel sindaco vuole innanzitutto una persona che ce la metta tutta su temi come periferie, buche, traffico, casa, trasporti».
A proposito di temi concreti: il lavoro. Quanto ha pesato sulla sconfitta la Parentopoli Ama-Atac?
«Pure su questo è inutile che ci prendiamo in giro: brutta vicenda. Ma credo che lui l’abbia capito».
Anche l’inaugurazione del nuovo capolinea del tram 8 a piazza Venezia, poche ore prima del ballottaggio, poteva essere evitata?
«Guardi – ride – non è per scusarlo, ma io da Botteghe Oscure ci passo spesso: quest’anno è piovuto, gli operai erano fermi, quindi il ritardo nel lavori è giustificato… Però forse voleva chiedermi se io l’avrei inaugurato lo stesso, il tram, sotto elezioni?»
Esatto.
«No, alla vigilia del voto no. Al massimo avrei annunciato che era pronto».
La mobilitazione del voto cattolico non è bastata?
«Mah, lo dico sempre: dentro l’urna le persone sono sole. I valori sono importanti, il tema della vita fondamentale, però dal sindaco, che ci piaccia o no, la gente si aspetta che risolva i problemi di tutti i giorni».
Se aveste candidato Giorgia Meloni?
«Certo, un messaggio di novità poteva essere utile… Ma mica si può impedire a un sindaco uscente di riproporsi. Se avessero fatto una richiesta del genere a me, non l’avrei trovata elegante».
E adesso da dove riparte il centrodestra, che un anno fa aveva Pisana e Campidoglio e oggi neanche la consolazione di un municipio?
«È urgente aprire una grande riflessione a Roma e nel Lazio. Dobbiamo guardarci in faccia, smetterla con la smania delle correnti che penalizzano tutti. Bisogna serrare le fila, e lo dico io che quando ho passato il peggior periodo della mia vita, pochi mesi fa, vicino a me ho sentito il partito nazionale, Berlusconi, Alfano, Lupi, ma, per il resto, lasciamo perdere…».
Fabrizio Peronaci
(da “La Stampa”)
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