INTERVISTA ALL’ECONOMISTA FITOUSSI: “IL GRAFICO DELLA LE PEN SUGLI EFFETTI EURO? UNA MEZZA MENZOGNA”
“IL CROLLO DELL’INDUSTRIA NON DIPENDE DALLA MONETA UNICA, MA DALLA CRISI FINANZIARIA SUCCESSIVA”… “LA GERMANIA HA REEAGITO MEGLIO PERCHE’ LA DOMANDA INTERNA HA UN PESO MINORE”
“Quel grafico è una mezza menzogna”. Parla in modo chiaro Jean-Paul Fitoussi, docente di Economia allla Luiss di Roma e all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi ed ex consigliere indipendente di Nicolas Sarkozy.
Il riferimento è al grafico mostrato ieri da Marine LePen nel dibattito tv tra i candidati all’Eliseo.
Un diagramma che mostrerebbe un tracollo della produzione industriale francese proprio dopo l’ingresso nell’Eurozona.
Professore, non è così?
“Non è così. Abbiamo visto quel grafico da lontano in televisione. Se si guarda invece con un po’ di attenzione si vede che dal momento dell’ingresso nell’euro c’è un’evoluzione positiva negli anni successivi. Il problema arriva dopo.”
Quando in particolare?
“Con la crisi finanziaria del 2008, è lì che inizia veramente il divario e il crollo, non prima. Fino a quel momento l’industria francese non era stata penalizzata”.
Anche al netto della crisi finanziaria, secondo gli euroscettici il grafico mostra che la Germania avrebbe reagito molto meglio di tutti gli altri Paesi. Merito dell’euro?
“No, intanto bisogna fare un passo indietro e ricordare che la prima metà degli anni Duemila, cioè i primi anni dell’euro, sono stati un periodo difficile per la Germani. E poi bisogna tornare alla crisi del 2008”.
La crisi ha colpito tutta Europa, la Germania sembra avere retto molto meglio
“C’è stata una forte crisi di domanda dappertutto, ma la Germania l’ha accusata molto meno degli altri Paesi perchè ha una domanda interna che conta relativamente meno rispetto a quella esterna. In sintesi: la Germania ha cominciato a beneficiare veramente dell’ingresso nell’euro soltanto con la crisi mondiale e per motivi che hanno a che fare con la natura stessa della sua economia più che con i vantaggi o gli svantaggi dell’euro. L’unico fattore strutturale che vedo è che la Germania ha adottato una politica di competizone al ribasso, abbassando i salari. E così si è resa più comptetitiva”.
Gli euroscettici sostengono che il cambio abbia favorito Berlino a svantaggio di altri Paesi, l’Italia ad esempio
“Non è così. Il tasso di cambio per la Germania era troppo alto al momento della creazione dell’Eurozona. Così ha perso competitività , ed è riuscito a riguadagnarla solo grazie al piano Schroeder di riforme”.
(da “La Repubblica”)
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