JOBS ACT ALLA FIORENTINA: ECCO COME RENZI VUOLE RIFORMARE IL LAVORO SCOPIAZZANDO IN NORD EUROPA
CONTRATTO A TUTELA CRESCENTI E ASSEGNO UNIVERSALE PER CHI PERDE IL LAVORO… LAVORATORI NEL CDA DELLE AZIENDE: LA DESTRA SOCIALE LO DICE DA ANNI, SE N’E’ ACCORTO ANCHE LUI
Solo uno schema, per il momento. Una bozza che mette però nero su bianco per la prima volta quanto filtrato in queste settimane.
Arrivano a tarda serata, attraverso la newsletter del sindaco di Firenze, i primi elementi del Jobs Act, il grande piano sul lavoro che ha in cantiere Matteo Renzi. All’interno c’è, soprattutto, l’impianto delle nuove regole che costituiranno lo scheletro dellla riforma, con “un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti” e un “Assegno universale per chi perde il posto di lavoro”.
L’obiettivo, spiega il segretario, è la “riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile”.
Il tutto accompagnato da un nuovo codice del lavoro da presentare “entro otto mesi”.
C’è un po’ di tutto nei tre maxi capitoli individuati dal sindaco.
Nella Parte A (Sistema) si sollecita, tra le altre cose, una riduzione “del 10%” del costo dell’Energia per le aziende e uno spostamento della tassazione dal lavoro alle rendite. Il target, in questo senso, è una riduzione del 10%, dell’Irap: “Chi produce lavoro – spiega il sindaco – paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende”.
Altra novità anticipata dal sindaco, “l’eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali”. Un attacco che arriva con un tempismo perfetto, nei giorni del pasticcio tra Miur e Mef sui 150 euro chiesti indietro agli insegnanti.
Ma è proprio l’ultimo capitolo, quello sulle regole, su cui sono puntati i fari aspettando il 16 gennaio, quando il testo definitivo sarà presentato in Direzione nazionale.
Si parte dalla semplificazione delle norme, con la “Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero”e si passa alla riduzione delle forme contrattuali caratterizzata, ed è questo uno dei capitoli più attesi, dal nuovo contratto di inserimento a tutele crescenti.
La strada è quella già tracciata – a parole – della Flexsecurity scandinava, con l’introduzione di una nuova forma contrattuale più “snella” per i datori di lavoro destinata però a crescere – in termini di garanzie per i lavoratori – mano a mano che il rapporto di lavoro prosegue.
Altra novità , ampiamente anticipata e cavallo di battaglia del responsabile economico della segreteria Filippo Taddei, la creazione di un assegno universale di disoccupazione, esteso anche alla fetta di lavoratori – prevalentemente precari – che oggi ne sono esclusi. Indennità però vincolata, sulla sorta del modello nordico, all’ “obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro”.
Il sindaco rilancia quindi una legge sulla rappresentatività sindacale con la “presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende”. Uno scenario caro da sempre ai sindacati, in particolare alla Cgil, e che il mese scorso ha visto anche una prima apertura da parte del presidente del Consiglio Letta, che aveva auspicato questa strada per Poste Italiane.
(da “Huffingtonpost“)
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