LA BANDA DEL BUCO: ALL’ETRURIA PRESTITI FACILI AI SOLITI AMICI
IL CDA APPROVà’ UNA NORMA CHE CONSENTIVA AI MANAGER DI ELARGIRE FINO A 20 MILIONI CON UNA SEMPLICE FIRMA
Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio è l’unico istituto di credito quotato in Borsa sottoposto a commissariamento.
I primi dati ufficiali parlano di una esposizione complessiva di circa 3 miliardi di euro, tra sofferenze e debiti verso altre banche, a fronte di un patrimonio netto di appena mezzo miliardo di euro.
Ed emerge la tendenza della banca a elargire prestiti facili.
Non solo, ma il Consiglio di amministrazione — ha riportato ieri Repubblica — si era approvato una norma nel regolamento che consentiva ai membri del board di ottenere fino a 20 milioni di euro in affidamenti per se stessi, sue società o amici.
Il tutto con una semplice firma.
Il lavoro dei commissari di Bankitalia nominati mercoledì dal ministero dell’Economia si annuncia decisamente delicato e promette molte sorprese.
Scoperchiare i segreti di una banca è sempre garanzia di trasparenza.
Quando i conti del Credito Cooperativo Fiorentino finirono in Procura si scoprì che il presidente Denis Verdini aveva usato quella banca come bancomat per gli amici, a cominciare da Marcello Dell’Utri cui aveva concesso una linea di credito illimitata e senza garanzia che superò i 10 milioni di euro.
L’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena è stato un altro vaso di Pandora.
Si scoprì che dalle casse della sola Fondazione uscirono oltre 17 miliardi di euro in appena quattro anni e distribuiti a pioggia ad associazioni di amici, politici, imprenditori. Sarà un caso dunque che i vertici di Banca popolare dell’Etruria stiano valutando di presentare ricorso al Tar contro il commissariamento.
Ma la situazione dell’istituto, a quanto ha spiegato la stessa Banca d’Italia, è a dir poco drammatica.
Mediobanca ha registrato in Banca Popolare dell’Etruria crediti dubbi alla clientela per 1,69 miliardi di euro, pari al 22,9%, il livello massimo tra le banche popolari; di queste, 770 milioni di euro sono sofferenze.
I crediti dubbi valgono tre volte tanto il patrimonio netto.
I commissari straordinari, Riccardo Sora e Antonio Pironti, su richiesta Consob hanno comunicato che “di seguito a quanto già rappresentato al mercato, risulta ampliata la situazione di insufficienza patrimoniale del gruppo rispetto ai requisiti prudenziali”, pertanto “non risulta possibile fornire elementi di dettaglio sulla situazione della banca”.
I problemi dell’Etruria erano già stati evidenziati in un’ispezione di Bankitalia nel corso del 2013 e conclusasi nel 2014 con una multa di oltre due milioni di euro ai vertici, tra cui a Pier Luigi Boschi, padre del ministro per le riforme Maria Elena.
Perchè va ricordato che la vicenda riguarda anche un esponente del governo.
Non solo perchè figlia dell’ormai ex vicepresidente (presente nel cda dal 2011), nè perchè possiede azioni (poche) della banca e nè perchè nell’istituto lavora anche il fratello Emanuele, ma per il decreto varato a sorpresa dall’esecutivo il 20 gennaio che obbliga le popolari a trasformarsi in società per azioni.
Decreto che ha movimentato gli acquisti sui titoli di queste banche, in particolare di quella dell’Etruria che ha registrato un aumento del 62% in pochi giorni. Movimenti dubbi su cui Consob e Procura di Roma hanno già avviato indagini.
Non è dunque una partita semplice quella che si trovano di fronte i commissari di Bankitalia ma che, come detto, già conoscevano la situazione dell’Etruria.
Fotografata in una relazione redatta dal governatore Visco il 23 settembre 2014 nella quale si elencano tutte le problematiche dell’istituto individuate dalla Vigilanza.
In particolare sei irregolarità : “Violazione delle disposizioni sulla governance”, “carenze nell’organizzazione e nei controlli interni”, “carenze nella gestione e nel controllo del credito”, “carenze nei controlli”, “violazioni in materia di trasparenza”, “omesse e inesatte segnalazioni agli organi di vigilanza”.
Una relazione che spinse Bankitalia a multare i vertici dell’Etruria per complessivi 2,5 milioni di euro. Pier Luigi Boschi fu multato per 144 mila euro.
Inoltre i vertivi della banca furono costretti a rinnovarsi e invitati a trovare una soluzione per il già grave deterioramento del patrimonio: trovare una banca con cui potersi unire così da assorbire le perdite.
Ma i tentativi sono andati a vuoto e la semestrale presentata a settembre registrava già 3 miliardi complessivi di sofferenze.
Infine mercoledì, mentre il cda si stava riunendo per registrare i conti, Bankitalia è stata costretta a chiedere il commissariamento dell’istituto.
Da domani si apre una settimana complessa per la popolare, esclusa dalle contrattazioni di Piazza Affari.
Da banca dell’oro a banca del buco.
Davide Vecchi
(da “il Fatto Quotidiano”)
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