LA BLOGGER RUSSA YULIA PROKHOROVA E’ ANDATA A VIENNA PER FILMARSI MENTRE INSULTA LE RAGAZZE UCRAINE
BOOKING LE HA CHIUSO L’ACCOUNT, CANCELLANDO LA PRENOTAZIONE DELL’ALBERGO…PUO’ RINGRAZIARE CHE E’ FINITA COSI, SE INCONTRAVA QUALCUN ALTRO TROVAVA OSPITALITA’ A TRAUMATOLOGIA
«Viva la Russia! L’Ucraina fa schifo! Dillo, dillo, Kherson è russa!»: Yulia Prokhorova, una blogger russa di Samara, si è filmata mentre insultava ragazze ucraine a Vienna.
Il giorno dopo, ha postato un video in cui in lacrime annunciava che Booking le aveva chiuso l’account e cancellato la prenotazione del suo albergo, e che le «avevano rovinato le vacanze».
Yulia è una putinista convinta, che aveva già disturbato manifestazioni per l’Ucraina in Germania, e non è l’unica: aggressioni e insulti di russi contro ucraini si sono verificati a Berlino, a Milano, a Helsinki, gettando benzina sul fuoco del dibattito sul diritto dei russi a fare turismo in Europa in tempo di guerra.
In attesa di discutere il settimo pacchetto di sanzioni europee, alcuni Paesi hanno deciso di procedere in ordine sparso: la Finlandia ha annunciato che dal 1 settembre ridurrà di 10 volte l’emissione di visti turistici, mantenendo invariato gli ingressi per motivi umanitari, studio e lavoro.
La premier finlandese Sanna Marin ha formulato molto chiaramente il problema etico: «Non sono stati i russi comuni a iniziare la guerra, ma molti di loro la appoggiano». La premier estone Kaja Kallas sostiene che «viaggiare in Europa è un privilegio, non un diritto», e Tallinn ha già sospeso l’erogazione dei visti Schengen, mentre la Lettonia revoca anche permessi di soggiorno di russi accusati di sostenere il putinismo.
Anche il ministro degli Esteri danese Jeppe Kofod dichiara che «i russi non possono prendere il sole e condurre una vita lussuosa in Europa del Sud, mentre le città ucraine vengono rase al suolo».
Diversi Paesi, tra cui la Repubblica Ceca e la Bulgaria, hanno sospeso o limitato i visti già dai primi giorni della guerra, ma il ministro degli Esteri lituano Gabrielus Landsbergis auspica una soluzione paneuropea.
(da agenzie)
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