LA BUFALA DEL FALSO IMMIGRATO: “CHE I TERREMOTATI SI FOTTANO, L’ALBERGO SERVE A ME”, SITO CHIUSO E RESPONSABILE DENUNCIATO
PUBBLICA UN POST FALSO, IL PRESUNTO PROFUGO ERA UN RAPPER…MIGLIAIA DI CONDIVISIONE DELLA FECCIA RAZZISTA: ORA SI TROVERANNO INDAGATI PER ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE
La notizia è comparsa su informazionenews24.wordpress.com e condivisa da migliaia di utenti.
“Io ho più bisogno di quei terremotati, che si fottano. Da qui non me ne vado.”
Queste le parole di Mustafa Thomas Daverie, immigrato sbarcato a Lampedusa nel 2015 che attualmente soggiorna presso l’hotel “Nobelli” di Montesilvano. Il senegalese continua, affermando che “i terremotati hanno i soldi quindi si possono risolvere da soli. Io no”, dice mentre tiene in mano il nuovissimo Galaxy S7 Edge pagato con le nostre tasse, 35 euro al giorno per la legge stabilita dal governo Renzi in collaborazione con la Boldrini. La nostra redazione è indignata dai commenti di questo ragazzo, a cui noi italiani abbiamo salvato la vita. Ti senti indignato anche tu? Condividi il post, tutti devono sapere.
Un salto sulla sedia: 28 Agosto 2016.
L’autore dell’articolo si sarà confuso, perchè le info riportate in basso, invece, indicano la data di oggi: 27 Agosto 2016.
Andiamo avanti.
Mustafa Thomas Daverie non esiste, esiste un Mustafa Thomas di professione designer, cittadino americano.
Continuiamo: l’albergo “Nobelli” non esiste e lo si può confermare da questo sito in cui sono elencate tutte le strutture alberghiere di Montesilvano.
Ma se Mustafa Thomas Daverie non esiste, chi è quello nella foto?
Si tratta di Clifford Joseph Harris Jr., meglio conosciuto come T.I., rapper americano e attore e cittadino di Atlanta, Georgia. La foto è stata scattata in occasione di un’intervista rilasciata per The Breakfast Club, rubrica della radio statunitense Power 105.1.
La formula chimica dell’odio è la reazione scaturita dall’unione degli elementi: immigrato / hotel / smartphone.
Immancabile il riferimento ai 35 euro dati agli immigrati con le nostre tasse.
Dunque, la notizia dell’immigrato accessoriato di super-telefono e riluttante nel lasciare l’albergo che lo ospita è una bufala confezionata per scatenare condivisioni.
Notizia successiva di poche ore fa: il sito è stato chiuso dall’autorià giudiziaria e il responsabile denunciato.
E’ ora che si si inizi a fare pulizia, prina che i cittadini la facciano da soli.
Chi diffonde notizie false fa parte di una associazione a delinquere, non sono casi isolati: si diffondono patacche per turbare l’ordine pubblico e istigare all’odio razziale, confidando nell’impunità del web e nella coglioneria razzista che clicca condividi.
Quando si ritroveranno tutti indagati gli passerà la voglia.
(da “la Bufala” e agenzie)
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