LA COCAINA NEI LIBRI E OFFERTA IN UN PIATTO DI CERAMICA, IL MISTERO DEL QUARTO UOMO
UNO DEI DUE ROMENI E’ UN MODELLO CHE SI OFFRE COME ESCORT A PAGAMENTO
C’è un secondo indagato nell’inchiesta della procura di Verona su Luca Morisi. È un ventenne di nazionalità romena. Come l’ex guru dei social di Matteo Salvini, è accusato di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, perché il 14 agosto scorso, dopo essere uscito dalla casa di Morisi, gli hanno trovato nello zaino una boccetta “da 125 ml” contenente del liquido trasparente che lui stesso ha ammesso essere Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro”. Il ventenne nella vita fa il modello. E l’escort.
La cocaina nei libri
Intorno alle 17.15, i militari bussano alla porta di casa Morisi. Dalle foto scattate da un vicino, oltre ai due romeni si vede un uomo sulla cinquantina con un cappello rosso. “È un amico di Morisi”, sostiene Cristina, che vive nell’appartamento di sotto e dice di aver visto quella persona già altre volte in compagnia di Morisi. Ma di un “quarto uomo” non c’è traccia nelle carte dell’inchiesta.
L’ex spin doctor di Salvini addosso non ha droghe, è pulito. E ammutolito. A parlare per lui sono le stanze e i piatti. Ne vengono sequestrati due. Dal verbale agli atti: “Un piatto di ceramica colore bianco con sopra sostanza pulviscolare di colore bianco sottoforma di cristalli, verosimilmente cocaina, accanto a tessere plastificate e una banconota arrotolata da 20 euro”; “un piatto con sopra del residuo di sostanza pulviscolare di colore bianco, posto sopra il bracciolo di un divano vicino alla libreria”. I carabinieri frugano in quella libreria, al primo piano dell’appartamento di Morisi, e salta fuori una bustina di nylon gialla, con 0.31 grammi di cocaina. “Era nascosta in un libro di colore verde”.
Morisi, difeso dall’avvocato Fabio Pinelli, quel 14 agosto si è rifiutato di firmare il verbale di perquisizione e sequestro.
La procura di Verona, diretta da Angela Barbaglio, non lo ha ancora interrogato. “Il flacone di Ghb non è suo”, sostengono i legali che lo seguono. Il contrario di quello che invece il modello romeno – assistito dall’avvocata Veronica Dal Bosco – ha raccontato ai carabinieri in quel 14 agosto, il giorno del cortocircuito della Bestia.
(da agenzie)
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