LA DELUSIONE DEL MEZZOGIORNO: L’IPOTESI DEL “PARTITO DEL SUD†VALE GIA’ UN 8% DI VOTI
SALE ALL’INTERNO DEL PDL LA PROTESTA VERSO UN PARTITO SEMPRE PIU’ SOTTO RICATTO LEGHISTA E CHE SOTTRAE SOLDI AL SUD… MICCICHE’, DELL’UTRI, MARTINO E PRESTIGIACOMO SI SONO RIUNITI CON MOLTI ESPONENTI LOCALI A SORRENTO… L’OBIETTIVO E’ TREMONTI CHE SOTTRAE AL SUD ANCHE I FONDI EUROPEI
Si sono riuniti per due giorni a Sorrento: i partecipanti erano quasi tutti esponenti del Pdl del Mezzogiorno, per una volta mossi da una preoccupazione reale e non da interessi personali o territoriali.
Sono partiti da una semplice analisi: gli italiani del Sud che hanno decretato la vittoria di Berlusconi alle politiche del 2008 volevano il cambiamento e credevano che il premier sarebbe riuscito a realizzarlo.
“Non abbiamo vinto per amministrare l’esistente, ma per cambiarlo: gli italiani non vogliono la gestione ordinaria di un sistema che non funziona. Gli italiani ci hanno dato il voto per la riduzione delle aliquote di imposta, la riforma fiscale, la eliminazione dei carrozzoni pubblici e degli sprechi, la riforma del sistema pensionistico, e così via” si legge negli interventi al Convegno di Sorrento.
E ancora: “Berlusconi aveva promesso una rivoluzione liberale, ci troviamo una restaurazione conservatrice. La creazione del Ministero dell’Economia che accentra le competenze del Tesoro, delle Finanze, del Bilancio, delle Partecipazioni statali, del Mezzogiorno, ha dato vita a un mostro dai poteri illimitati. Nel governo non si muove foglia che il ministro dell’Economia non voglia. Questo non è il governo Berlusconi, è il governo Tremonti: nessuno può fare nulla senza il placet del tributarista valtellinese”.
Tremonti è ritenuto “politicamente e tecnicamente strabico, considera prioritarie solo le istanze della Lega e ne soddisfa largamente ogni richiesta a scapito di altre realtà “.
Non intervenire sugli sprechi, sull’abolizione delle Province e di altre realtà inutili e difese dalla Lega, significa dilapidare risorse, sottraendole a impieghi produttivi e tenere la spesa pubblica a livelli elevatissimi.
Di questo andazzo conservatore e restio a qualsiasi cambiamento soffre in particolare il Sud a cui sono stati scippati i fondi europei e bloccati gli investimenti strutturali.
L’enorme percentuale di siciliani che si sono astenuto alle ultime europee dovrebbe risuonare da campanello di allarme.
Qualcuno ha ricordato una frase di Lincoln “Si possono gabbare poche persone per molto tempo, molte persone per poco tempo, ma non si possono prendere in giro molte persone per molto tempo”.
E non a caso, alla guida del dissenso meridionale, non troviamo gli ultimi arrivati, ma personalità di prestigio che stanno facendo sul serio: da Gianfranco Miccichè ad Antonio Martino, da Marcello dell’Utri a Stefania Prestigiacomo, riuniti tutti a Sorrento per confrontarsi con i dirigenti del sud. Avrebbero persino i numeri per fare gruppi parlamentari autonomi, sia alla Camera che al Senato, ed è stato monitorato già dai sondaggisti che risultato elettorale potrebbero raggiungere.
La risposta è stata sorprendente: partono già con un 8% dei voti.
Il partito del Sud per ora resta un’opzione, non è certo una strada prevista a breve ma tutti si lamentano “dell’assenza di politiche per il Mezzogiorno da parte del Governo”.
Certo che se il premier dovesse dimostrare di essere sotto perenne ricatto leghista, con il concorso di Tremonti, ci sarebbe prima o poi una spaccatura.
Per ora si pongono come i “difensori del vero Silvio, il primo” e l’obiettivo è Tremonti che ” deve ricordarsi di essere un ministro della Repubblica italiana, non della padania”.
I sondaggisti sono chiari: un Partito del Sud farebbe il pieno in Sicilia, Campania e Puglia, ma prenderebbe anche molti voti tra i meridionali del Nord.
Se poi sapesse muoversi trasversalmente sarebbero dolori per tutti.
L’iniziativa ha destato preoccupazione nella Lega, dove un nervoso Calderoli ha liquidato l’argomento con una battuta “Al Sud serve Obama, non Pulcinella”, parla lui che sicuramente di buffoni e sceneggiate se ne intende.
D’altronde “chi semina vento raccoglie tempesta” e all’interno del Pdl nazionale il malumore verso le figure meschine causateci a livello internazionale dalla Lega è in costante crescita.
Insofferenti a quello che appare sempre più un governo sotto perenne ricatto e che è lontano dalle esigenze del popolo italiano.
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