LA DENUNCIA DI ANGELA NAPOLI A “SERVIZIO PUBBLICO”: “ISOLATA DALLA POLITICA, MA NON MI FERMO”
DA ANNI UNA SPINA NEL FIANCO DELLA ‘NDRANGHETA CALABRESE, COMPONENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, HA ACCUSATO ITALO BOCCHINO DI AVER FATTO ENTRARE IN GIUNTE LOCALI PERSONAGGI EQUIVOCI…SI E’ OPPOSTA A TUTTO QUESTO E IN FLI, “PARTITO DELLA LEGALITA'”, NON HANNO CACCIATO BOCCHINO, MA LEI
“Sono stata isolata dalla politica e dai partiti”. Lo ha dichiarato ieri sera, la parlamentare calabrese Angela Napoli, intervenendo alla trasmissione di La7 ” Servizio Pubblico”.
La Napoli, intervistata da Santoro, ha ricordato di essere sotto scorta da più di 10 anni per la battaglia condotta contro la ‘ndrangheta e soprattutto contro i connubi tra mafia e politica.
Battaglie che l’hanno condotta ad essere nel mirino delle cosche, ma non all’apprezzamento da parte del suo partito: “mi ha mortificato l’insensibilità della politica rispetto alle battaglie da me condotte”.
Sulle dimissioni da coordinatrice regionale di Fli, spiega: “ho lasciato perchè ho cercato di mettere in pratica l’insegnamento di Paolo Borsellino che sosteneva che non bastava che una persona non fosse toccata dalla Magistratura per qualificarla una persona perbene.Di fronte alle mie posizioni, Italo Bocchino ha ufficialmente fatto entrare nelle giunte rappresentanti molto discussi”.
“La politica — ha proseguito l’ex deputata finiana — deve arrivare prima della Magistratura”.
La Napoli ha ribadito di nuovo il motivo che l’ha portata a lasciare il partito di Fini pur rimanendo da indipendente all’interno del gruppo parlamentare: l’entrata di esponenti di Fli all’interno di giunte dove era stata disposta la commissione d’accesso antimafia”.
La lotta mafia — ha aggiunto la parlamentare — “si fa facendo nomi e cognomi”.
Si definisce “delusa, amareggiata dalla politica”, ma insiste: “io non mi fermo”.
Il commento del ns. direttore
Non è questa la sede per ribadire la solidarietà e la vicinanza umana e politica della comunità genovese (e non solo) che si riconosce nella linea di “destradipopolo” (oltre 400.000 lettori nel 2012)
Quando abbiamo dato una mano a Fli, riconoscendoci nel richiamo alla legalità di Bastia Umbra, non pensavamo che ci saremmo trovati di fronte a fatti sconcertarti, non solo locali.
Ne ricordo solo uno, meno noto: visita istituzionale di Fini a Genova, pomeriggio a disposizione del partito, idee zero da parte dei vertici regionali su come “gestirlo” (se non la solita riunione con gli iscritti).
In quei giorni il presidente della Casa della legalità aveva ricevuto minacce di morte dalla ‘ndrangheta e, lo stesso giorno della visita di Fini, era stato indetto un incontro pubblico di solidarietà con Christian Abbondanza.
Parlo con lui per sapere se avrebbe gradito una visita del presidente della Camera, mi dice subito di si, viene avvisato Fini che, mi viene riferito, e’ “entusiasta della proposta”.
Necessita il programma che è mia cura far pervenire a stretto giro al suo addetto stampa: nel frattempo la voce filtra e la notizia viene riportata dal maggiore quotidiano regionale.
Tutti concordi nel dire che una presenza del genere avrebbe dato un’immagine nuova di Fli, facendolo decollare nell’opinione pubblica locale e rilanciandone la credibilità .
Ricordo aanche le tante firme di solidarietà a Christian di personalità illustri del Paese: unica esponente di Fli fu Angela Napoli, tanti “prudenti” si guardarono bene di apporre la firma.
Noi no.
La vigilia della visita arriva il contrordine: Fini non può partecipare.
Mi riferiranno che qualcuno era intervenuto per dissuaderlo, non era il caso di porgere un saluto di solidarietà a un uomo nel mirino della criminalità organizzata, neanche un telegramma.
Mi fermo qua per carità di patria.
Quel giorno per molti giovani genovesi finì la speranza di vedere interpretata con coerenza la linea politica di Bastia Umbra.
Oggi leggo che qualcuno in Fli critica le parole pronunciate da Angela Napoli da Santoro: sono gli stessi che non hanno mosso un dito quando Fini è stato “sconsigliato” di partecipare a Genova a quell’incontro, sono gli stessi che non hanno certo occupato sedi o fatto casino per protestare quando Angela è stata destituita in Calabria, sono gli stessi che non sono stati capaci di prendere a sberle ogni volta che lo incontravano il mandante di quella operazione o di accoglierlo a pernacchie.
Lo avessero fatto, ora Fli sarebbe diverso, ma guai a rischiare una reprimenda o una poltrona: come ha detto Angela, tutti si riempiono la bocca di legalità salvo non accorgersi che si dovrebbe in primis pretenderla e difenderla a casa propria, costi quel che costi.
Questo è l’insegnamento che ci ha lasciato Paolo Borsellino.
Tutto il resto sono, nella migliore delle ipotesi, inutili chiacchiere.
Leave a Reply