L’EX SENATORE MISSINO FLORINO: “LE FRASI SULLA RAGAZZA EBREA? SOLO STUPIDE CHIACCHIERE”
PARLA IL PADRE DI EMMANUELA, FINITA AI DOMICILIARI: “MIA FIGLIA E’ UNA VITTIMA, E’ TUTTA UNA MONTATURA”
I reati contestati: associazione sovversiva e banda armata. Poi l’antisemitismo, sbandierato. «Una montatura e non parlo da papà ».
Michele Florino, ex senatore missino, è il padre di Emmanuela, responsabile regionale di CasaPound, da ieri agli arresti domiciliari, considerata la mente, soprannominata dai suoi amici la «ducessa».
Florino, un padre difende sempre sua figlia.
«Certo, io lo farei qualunque fosse l’accusa, ma in questo caso non vale come giustificazione».
Per lei sono tutte accuse infondate?
«Una montatura aberrante da parte degli organi inquirenti».
Anche lei con la storia dei magistrati comunisti?
«Non mi interessa se sono comunisti, certo che è incredibile che nel momento in cui i ragazzi di CasaPound si candidano alle elezioni scattano gli arresti».
Ma i fatti contestati risalgono al 2009.
«Fatti?».
Fatti, episodi, come li vuole chiamare?
«Non mi pare che ci siano stati gli scontri. Quindi parliamo di dimostrazioni sia a Porta di Massa, sia in piazza Carlo III».
Non ci sono stati perchè c’erano le forze dell’ordine.
«Vabbè. Poi, ho letto, si contesta la sistematica occupazione di immobili. Ma non esiste, di solito sono quelli di sinistra che occupano, a Napoli sono 32 gli immobili. I ragazzi di Casapound che occuparono l’ex convento di Materdei c’hanno speso 20 mila euro per ripulirlo e hanno fatto volontariato».
Volontariato con mazze, bombe carta e con l’intenzione di violentare una studentessa perchè ebrea?
«Millanterie di qualche giovane che non appartiene a CasaPound».
Le leggo il testuale delle intercettazioni?
«Chiacchiere stupide, ma chiacchiere. Dicono una cosa di questo tipo: “Te la faresti un’ebrea? No, io no”. Capisco che colpiscano l’opinione pubblica queste frasi, ma sono parole al vento».
Anche quelle di sua figlia?
«Mia figlia è responsabile regionale dell’associazione, quindi per i magistrati sarebbe responsabile degli scontri non avvenuti».
Ci sono stati pestaggi, accoltellamenti.
«E aggressioni, come quello subito da Emmanuela. Traumatizzata da quell’evento. Mia figlia è una vittima, altro che carnefice, dopo quelle aggressioni non frequenta più la Federico II».
Sua figlia al telefono con un altro ragazzo parla della manifestazione nazionale di Casapound. Dice come si devono vestire, il suo interlocutore parla di mazze, lei lo corregge.
«Sono aste, aste delle bandiere. È così da sempre, in gergo si chiamano mazze. E si vestono in un determinato modo come segno identificativo. Sono telefonate estrapolate da un contesto. Una montatura, ripeto, per far scoppiare il caso. Ma che una ragazza di destra non potesse frequentare l’università non se ne è fregato nessuno».
Lei è stato accusato dal pentito Giuseppe Misso di essere il mandante dell’uccisione di tre giovani di estrema sinistra nell’83.
«E i giornali dopo avermi crocifisso, non hanno mai scritto che sono stato prosciolto da Narducci e Amato. Non ho mai avuto giustizia. Sono tre anni che aspetto che la mia denuncia per calunnia vada avanti, ma non se ne sa nulla. Se vuol sapere se penso che la storia si è ripetuta, rispondo che non è così. Il mio è stato un dramma, quella di Emmanuela sarà solo una brutta esperienza, perchè non c’è nulla contro di lei».
E neanche contro Savuto e Tarantino, considerati dai magistrati, i più violenti?
«Tarantino non è di Casapound. Savuto lo conosco da anni, è un pezzo di pane».
Quando parla, però, ci va giù duro.
«Ragazzate, millanterie».
È sicuro?
«Sono sicuro. Se altri sono colpevoli pagheranno, ma in quelle quattrocento pagine ci sono solo pezzi attaccati tra di loro, per creare mostri. Gli orchi di destra, ma, lo scriva, i giovani di destra non si fermeranno. E nemmeno gli anziani».
Simona Brandolini
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