“LA DESTRA” A GENOVA SCOLORINA LA STORIA: NON INVITA I RAUTIANI, MA DA’ SPAZIO AI LEGHISTI ANTI-ITALIANI
OGGI IL CONVEGNO SULLA “STORIA DELLA DESTRA GENOVESE”: SU DIECI RELATORI NESSUN RAUTIANO, CANCELLATI QUINDICI ANNI DI STORIA DELL’AVANGUARDIA SOCIALE DEL MSI CHE RAPPRESENTO’ IL PUNTO DI RIFERIMENTO DI CENTINAIA DI GIOVANI… IL CENTRO LIBRARIO, LE LOTTE AMBIENTALISTE, I PRIMI CONFRONTI CON LA SINISTRA, LA MUSICA ALTERNATIVA
Nel pomeriggio di oggi si tiene in un albergo cittadino un sedicente convegno sulla “Storia della destra genovese” promosso da “La Destra” di Storace: un amarcord degli anni del Msi da cui provengono la metà dei relatori, in gran parte politici di area almirantiana.
Poichè, fino a prova contraria, è buona norma credere nella buona fede degli organizzatori, avevamo segnalato a tempo debito un piccolo dettaglio proprio a coloro che oggi riempiono strumentalmente le proprie bacheche su Fb di foto inneggianti a Pino Rauti: che nessun rautiano era stato invitato a rappresentare “la storia della destra genovese” di questa componente.
Se volessimo ironizzare, considerando i congressi prov. vinti, con segretario nazionale Almirante prima e Fini dopo, avremmo dovuto chiedere almeno 6-7 relatori su 10, ma sarebbe stato sufficiente anche uno solo per spiegare quale fermento di idee e di iniziative pervasero nell’arco di quegli anni la destra sociale genovese.
Dai tempi del Gruppo Ambiente, struttura parallela ecologista, con decine di inizative a tutela del territorio, in tempi egemonizzati dall sinistra, alla rivista “Onda Verde” edita a Genova e diffusa in oltre 50 località italiane, dall’apertura del Centro librario Idee in Movimento in Passo Gorrini, meta di centinaia di giovani nell’arco degli anni alle prime rassegne dell’editoria di Destra nella sede della Provincia, dai primi convegni con avversari politici alle conferenze con i vari Veneziani, Solinas, Malgeri, Beha, Mughini, De Benoist, dal primo concerto di musica alternativa al Babboleo di Piazza Portello alle trasmissioni settimanali in radio non certo di destra.
E come non ricordare le decine di militanti, giovani uomini e donne, che permisero a quella Comunità umana di diventare un esempio a livello nazionale.
Indipendenti da logiche di parrocchia allora, come molti sono rimasti oggi.
Altri tempi, altri giovani.
Erano i tempi in cui altri facevano i portaborse stipendiati di Fini, gli stessi che oggi si sono travestiti da “sociali” nella costante pochade della politica italiana.
E preferiscono invitare, massimo della coerenza politica, il capogruppo leghista in Regione ed escludere i rautiani, stendere il tappeto rosso a chi vuole dividere l’Italia e sigillare invece la porta a chi gli spazi politici li aveva conquistati a spallate in nome dell’unità della Nazione e della socialità .
Abbiamo voluto saggiare la loro buona fede: si son arrampicati sugli specchi, facendo persino finta di non conoscere chi contattare, una figura penosa.
Lungi da noi contestare il loro diritto a organizzare manifestazioni elettorali con personale esterno, purchè si parli di “storia parziale e scolorinata della destra genovese”.
Le stesse cose le avremmo detto se gli esclusi fossero stati gli amici che allora erano su posizioni diverse dalle nostre.
L’invito a un leghista invece denota solo una profonda ignoranza culturale e una visione partitocratica da prima Repubblica.
Nella vita politica contava allora come ora lo stile, non solo la sostanza.
Chi non l’ha è giusto che paghi il conto dal cartolaio .
Per la scolorina.
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