LA FREGATURA DEL POPOLO MAI DISCUSSA IN PARLAMENTO E’ LEGGE
PER GLI ITALIANI UN’IPOTECA DI 52 MILIARDI DI CLAUSOLE IVA PRONTE A SCATTARE DAL 2020
La manovra è legge. La Camera ha dato il suo via libera con 313 voti favorevoli e 70 contrari. Il provvedimento, approvato dopo giorni di le polemiche per la scelta della fiducia, non è lo stesso immaginato dal governo quando è iniziata la discussione sulla legge di bilancio.
La lunga trattativa con Bruxelles ha portato sì a un’intesa ma anche a necessari passi indietro dell’esecutivo rispetto al progetto iniziale.
Dalla riduzione dei fondi per reddito di cittadinanza al freno sulla rivalutazione per le pensioni medie, dalle clausole di salvaguardia Iva per il 2020 e 2021, frutto della lunga e difficile trattativa con l’Europa, al rinvio delle assunzioni nella pubblica amministrazione e degli investimenti, passando per la flat tax per gli autonomi e per la possibilità per i Comuni di aumentare le aliquote delle imposte locali, vediamo quasi sono le novità della manovra che hanno deluso aspettative e provocato polemiche.
Quota 100 e reddito di cittadinanza.
I cavalli di battaglia rispettivamente di Lega e M5s sono previsti dalla legge di bilancio, ma saranno disciplinati nel dettaglio con un decreto successivo alla manovra. Il fondo per il reddito di cittadinanza sarà ridotto rispetto al disegno iniziale: scenderà dai 9 miliardi previsti a 7,1 miliardi nel 2019, 8,055 nel 2020 e 8,317 nel 2021, compresi i fondi del Reddito di inclusione, che continua a essere garantito.
Le risorse sono destinate anche ai centri per l’impiego (le regioni potranno assumere fino a 4mila unità ) e all’Anpal Servizi. Il sussidio dovrebbe partire da aprile.
Quanto alle pensioni, la Lega ha vinto la sua battaglia per quota 100, suscitando, però, le ire di una parte dei pensionati che hanno scelto di scendere in piazza già dagli ultimi giorni dell’anno.
Sono i destinatari degli assegni medi, che subiranno tagli alla rivalutazione. L’indicizzazione piena, infatti, ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro. Poi sono previste sei fasce di tagli: l’adeguamento sarà riconosciuto al 97% per gli assegni tra tre e quattro volte il minimo; al 77% per quelle tra quattro e cinque volte il minimo; al 52% per quelle tra cinque e sei volte il minimo; al 47% per quelle tra sei e otto volte il minimo; al 45% tra otto e nove volte il minimo, e, infine, al 40% sopra nove volte il minimo.
Clausole di salvaguardia sull’Iva.
Uno dei nodi più spinosi del provvedimento riguarda l’Iva: il governo è riuscito a scongiurarne l’aumento per il 2019, ma il problema si potrebbe porre a partire dal 2020.
Le clausole sugli aumenti Iva tornano, infatti, per l’anno prossimo e per il 2021. Se non venissero trovate le risorse per disinnescarle – come è stato fatto finora – scatterebbero aumenti per 23 miliardi complessivi nel 2020 e quasi 29 miliardi nel 2021, con l’aliquota intermedia dell’Iva che passerà dal 10 al 13% dal 2020, mentre l’aliquota ordinaria dal 22 al 25,2% nel 2020.
Scivolone sull’Ires.
Ha suscitato le proteste del no profit la misura che abolisce le agevolazioni sull’Ires per il terzo settore. Sul punto il governo ha fatto marcia indietro, ma solo a parole. La manovra, infatti, non può essere modificata e la norma – ha assicurato Di Maio – sarà modificata “con il primo provvedimento utile”.
Rinviate le assunzioni per la pubblica amministrazione.
Luci e ombre per la pa. Il governo ha stanziato fondi per le assunzioni, ma ha rinviato l’entrata in servizio delle nuove reclute della pubblica amministrazione centrale, che potranno prendere il loro posto solo da settembre 2019. Il ritmo delle assunzioni, che partiranno dal 2020, sarà dimezzato rispetto al progetto iniziale. Situazione peggiore nella sanità .
Investimenti rinviati.
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha rilevato come, in seguito all’intesa con l’Ue, l’anno prossimo fondi per gli investimenti saranno inferiori rispetto a quelli del 2018. Non cambia, però, il saldo nel triennio: le risorse destinate al fondo restano pari a 15 miliardi. Per i prossimi 12 mesi l’Upb ha registrato “un’inversione di segno nell’effetto netto complessivo sulla spesa per investimenti e contributi agli investimenti nel 2019: da un aumento di 1,4 miliardi inizialmente previsto si passa a una riduzione di circa un miliardo”.
I Comuni potranno aumentare le aliquote.
L’80% dei Comuni avranno la possibilità di aumentare le aliquote di Imu, Irpef e Tasi. Non è stato, infatti, confermato il congelamento della tassazione locale introdotto nel 2016. Escluse dal provvedimento le grandi città .
Affidamento diretto per gli appalti fino a 150mila euro.
Molte perplessità ha suscitato la disposizione sugli appalti pubblici, che prevede l’affidamento diretto fino a 150.000 euro e procedura negoziata, previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci operatori economici, per lavori da 150.000 a 350.000 euro.
Sulla questione è intervento anche il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che in un’intervista al Fatto Quotidiano ha spiegato che la normativa potrebbe agevolare l’infiltrazione della criminalità organizzata.
(da “Huffingtonpost”)
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