LA GERMANIA SI DEFILA, BUFERA SULLA MERKEL
POLEMICHE IN GERMANIA PER LA SCELTA DEL GOVERNO TEDESCO DI ASTENERSI ALL’ONU: LA MERKEL ATTACCATA SIA DA DESTRA CHE DA SINISTRA….LE SCADENZE ELETTORALI PESANO SULLA SCELTA DEL GOVERNO
«Colpo alla posizione internazionale della Germania», denuncia il settimanale liberal Der Spiegel.
«Ci danneggiamo da soli nel mondo», incalza l’editoriale di oggi sul governativo Die Welt.
La decisione del governo Merkel di astenersi all’Onu insieme a Cina e Russia sulla no-fly zone, e di non votare come le altre potenze occidentali, ha scatenato una tempesta a Berlino.
Critiche bipartisan da tutti i media, polemiche negli stessi partiti di governo.
E l’ombra sinistra della voglia di appeasement con i dittatori (la politica con cui Londra e Parigi nel 1938 con Chamberlain e Daladier sacrificarono la Cecoslovacchia a Hitler anzichè reagire, sperando invano di evitare la guerra) pesa sulla potenza che, dalla difesa dell’euro all’austerità dei conti pubblici fino alle scelte sul nucleare, alza sempre la voce da aspirante leader per dettare legge all’Europa.
Ma nel momento critico, sulla Libia si schiera come Hu Jintao, come Putin o in Italia come la Lega.
«Germania isolata nel mondo occidentale», scrive la Sueddeutsche Zeitung di Monaco.
Anche le testate più filogovernative non sono tenere: «è il grande errore della Germania, è un segnale sbagliato lanciato al mondo, e ci danneggia molto», ammonisce Die Welt, aggiungendo «stare sulla stessa barca non con l’Occidente bensì con Cina e Russia non è una scelta di cui essere fieri». Riluttanza inspiegabile e dannosa, insiste Der Spiegel.
È stato insomma il venerdì nero di un clamoroso autogoal sulla scena mondiale per Angela Merkel.
Le accuse dei media si fanno ancor più pesanti, guardando alle scadenze elettorali di domani e di domenica prossima: con elezioni in tre Stati, difficilissime e pericolose per il governo, il centrodestra cerca con ogni mezzo di guadagnare consensi.
Anche, come ha detto in Parlamento ieri il vicecancelliere Guido Westerwelle, assicurando che «nessun soldato tedesco andrà in guerra».
Menzogna spudorata agli occhi del mondo globale: ogni testata o canale tv ricordano che l’Onu ha detto sì a una no-fly zone ma non ha chiesto nè operazioni militari terrestri nè specifici contributi di un paese o di un altro.
A Berlino gli osservatori più impietosi rilevano che la Germania sempre pronta ad alzare la voce con tutti sull’euro, sui conti pubblici o sul nucleare non ha i titoli per una simile azione d’emergenza: le ore di volo d’addestramento annuali nella Luftwaffe sono appena un terzo di quelle nella Royal Air Force.
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