LA GRILLINA “SCOMUNICATA” PRONTA ALLA RESA DEI CONTI
“GRILLO E’ UNA SVEGLIA PER LA PIAZZA E DEVE ESSERE DIROMPENTE. POI PERO’ CI SIAMO NOI”
Che non intendesse espiare la partecipazione a Ballarò con le dimissioni dal Consiglio comunale di Bologna l’aveva fatto capire subito, utilizzando proprio Palazzo d’Accursio per denunciare la possibile deriva settaria del MoVimento 5 Stelle.
Ma se oggi Federica Salsi dovesse incassare la fiducia dell’assemblea degli eletti, come già il dissidente Giovanni Favia la settimana scorsa, la «questione emiliana» assumerebbe un significato assai più profondo della episodica e circoscritta divergenza tattica tra l’ex comico genovese e singoli militanti ambiziosi.
«Grillo può togliermi il simbolo argomentando che non lo rappresento più, ma non può obbligarmi a rimettere un mandato di cui rispondo solo ai miei elettori» ci spiega Federica Salsi che dopo la fatwa online si è imposta una pausa concentrandosi sulla vita privata, i tre figli, l’azienda del paziente marito dove è impiegata, l’irrinunciabile appuntamento del martedì sera con il canto, il profilo su Facebook che indifferente agli insulti continua a raccontarla per immagini, dall’impegno nelle reti quartiere prima del debutto grillino nel 2009 ai miti politici di Falcone o Martin Luther King . Il consigliere regionale Fabrizio Biolè è stato diffidato dall’uso del logo M5S perchè «incandidabile» alle elezioni vinte due anni fa.
La Salsi però si considera in una situazione diversa da quella del collega candidato in deroga alla regola dei due mandati (o di Favia, a torto o ragione, critico della gestione del movimento): «Io non ho violato alcun divieto. Ero andata altre volte in tv ma, in osservanza al regolamento, non ho mai parlato di questioni nazionali tipo il governo Monti o l’articolo 18.
A Ballarò dovevo intervenire sulla spending review degli enti locali e sull’Imu, cose di cui mi occupo quotidianamente, e non ho neppure avuto tempo di dire granchè. Perchè dovrei essere espulsa? Sarebbe contrario alla Costituzione italiana che tutela la libertà d’espressione».
L’ultimo editto di Grillo ammonisce che la presenza ai talk show di Rai, Mediaset e La7 è «fortemente sconsigliata» e «presto sarà vietata».
Ma se ci sono attivisti così insofferenti ai dictat last minute da essersi autoconvocati a San Benedetto del Tronto il 24 e 25 novembre per discutere di «democrazia interna» è facile immaginare i dubbi che sollevano le regole non regole.
«Il Movimento 5 Stelle ha due anime – continua Federica Salsi -. Quando le persone ci conoscono si aspettano di trovare tanti piccoli Beppe Grillo e scoprono che non è così. Anche in Consiglio comunale i colleghi sono rimasti sorpresi di non aver di fronte dei contestatori sempre all’opposizione. Grillo è una sveglia per la piazza e deve essere dirompente, poi però ci siamo noi che ci rimbocchiamo le maniche».
Per questo lei, ribelle suo malgrado (giura che non si aspettava la scomunica e smentisce chi la vorrebbe calcolatrice, opportunista e in partenza per il Pd) non si scusa, anzi, quasi rivendica Ballarò: «La Rete, come provano gli insulti anonimi che ricevo, può essere disumanizzante. Posto che dovrebbero dimostrarmi che i talk show fanno perdere consensi, la televisione parla ai milioni di italiani che non usano internet e oltre a Grillo in Sicilia dovrebbe mostrare la base, quelli come me. Non dobbiamo montarci la testa perchè finora il M5S è andato tanto avanti grazie ai demeriti degli altri, da Luzi a Fiorito: adesso deve crescere o implode».
Francesca Paci
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