“LA LEGA CI HA TRADITI”: L’IRA DI MAIO, L’UOMO CHE INCIUCIA COI RAZZISTI MA NON VUOLE DISCUTERE CON FORZA ITALIA
IL GRANDE STATISTA PALLIDO COME UN CENCIO, VATTI A FIDARE DEI FUORICORSO… NON HA ANCORA CAPITO CHE CON IL 32% E LA SPOCCHIA NON VAI DA NESSUN PARTE
Il Movimento 5 Stelle si ritrova spiazzato. “La Lega ci ha traditi”, l’aria che tira è pessima. Almeno questa è la sensazione odierna dopo l’incontro tra i capigruppo grillini e i rappresentanti degli altri partiti.
È con il Carroccio infatti che, fino a mercoledì mattina, Luigi Di Maio riteneva di aver chiuso un accordo per spartirsi le presidenze di Camera e Senato. Ma la proposta unitaria del centrodestra e l’insistenza con cui Forza Italia, con l’appoggio del Carroccio, sostiene il nome di Paolo Romani alla presidenza di Palazzo Madama ha mandato in tilt i pentastellati e l’alta tensione di queste ore si è riversata durante l’incontro con gli altri partiti. Tuttavia un punto fermo c’è: “Con Silvio Berlusconi non parliamo”, va ripetendo il capogruppo Danilo Toninelli reduce dal confronto dove .
Emissario perchè la strategia è stata decisa nelle oltre due ore di vertice nel quartier generale grillino tra Di Maio e i suoi fedelissimi. È qui che i 5Stelle hanno fatto i conti con un asse, quello M5s-Lega sulle presidenze delle Camere, che non c’è più.
Il volto di Luigi Di Maio tradisce nervosismo. “Come facciamo a dare i nostri voti a un candidato di Forza Italia?”, è il tormento.
Di Maio quindi prende l’iniziativa e chiede un nuovo incontro, ma non tra i leader come vorrebbe Silvio Berlusconi, bensì tra i capigruppo per portare tutti una rosa di nomi. Detto, fatto.
Alle 20 nella sala Tatarella di Montecitorio, in uso a M5s, si vedono Danilo Toninelli e Giulia Grillo per il Movimento, Fedriga e Centinaio per la Lega, Brunetta e Romani per Forza Italia, Pietro Grasso per Leu, Guerini e Martina per il Pd e Crosetto e Rampelli per Fratelli d’Italia. Un’ora e si finisce con un nulla di fatto. Nessuno si sposta dalle sue posizioni, Forza Italia chiede ai grillini di incontrare Berlusconi, loro rispondono picche e accusano il colpo.
Da Viterbo Matteo Salvini butta giù l’asso: “Domani sicuramente il centrodestra voterà compatto. Nomi e cognomi non ne faccio, però voteremo compatti”.
Una frase a effetto che colpisce al cuore M5s che fino a 48 ore fa vedeva un accordo con il Carroccio per convergere su un loro nome e invece è spuntato quello di Paolo Romani. “Non lo accettiamo poichè indagato per peculato”, dicono i grillini.
In realtà per loro è indigeribile qualsiasi nome che abbia come sigla di riferimento quella di Forza Italia.
Tuttavia si può discutere, purchè a discutere sia Matteo Salvini e non Silvio Berlusconi: “Non ci sarà un Nazaremo bis. Il leader del centrodestra è Salvini, non Berlusconi”.
Ma poi Salvini corregge il tiro: “Per rispetto del voto degli italiani, ribadisco la nostra disponibilità a riconoscere ai 5 stelle la presidenza di una delle due Camere”. E poi sottolinea: “Invitiamo tutti i gruppi presenti in Parlamento a essere responsabili e a scegliere nel nome della più ampia partecipazione”.
Un invito che appare essere rivolto anche a Forza Italia, a favore dunque dei 5Stelle con il cui leader Salvini sostiene di sentirci spesso: “Più che con mia mamma”. Ma battute a parte Di Maio non si aspettava un cambio di rotta così repentino in nome dell’alleanza con Forza Italia.
Dunque i 5Stelle accettano un presidente del Senato basta che non sia di Forza Italia e nello specifico Paolo Romani. In caso di nuovi nomi ne vogliono parlare con il leader del Carroccio e non con quello degli azzurri.
Tutto ciò è stato deciso dal capo politico che ha trascorso la sua giornata con il fedelissimo Pietro Dettori. Facce tirate, pochissime parole. Poco dopo nella sede del comitato elettorale è sopraggiunto Roberto Fico, il cui nome circola per ricoprire la poltrona della terza carica dello Stato. E’ su di lui che M5s punterà dal secondo giorno. Venerdì invece scheda bianca. Nell’attesa si prevede: “Romani al Senato sbatterà da solo e a quel punto con la Lega si riaprirà tutto”, è la speranza nelle stanze del comitato.
Al vertice c’è anche Alessandro Di Battista, jeans e casco in mano, “non dico nulla, non dico nulla”, percorre di corsa le scale e sparisce. Negli uffici ci sono già Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora.
Al termine vanno a mangiare una pizza. Prezzi popolari da “Anni cinquanta”. Fraccaro beve birra. Di Maio solo acqua e guarda compulsivamente il cellulare. Aspetta notizie del vertice. Andato male.
(da “Huffingtonpost”)
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