LA LEZIONE DI GRASSO: “I SERVITORI DELLO STATO NON SI ABBASSANO AL LIVELLO DEI CRIMINALI. A PROVENZANO CHIESI DI COSA AVESSE BISOGNO”
“NOI SIAMO DIVERSI DA LORO, CON LA FOTO DEL GIOVANE BENDATO COMMESSI UN PAIO DI REATI E DATA UN’ARMA LEGALE AI SUOI DIFENSORI”
La testimonianza più autorevole sulla pubblicazione della foto di Gabriel Christian Natale Hjorth è arrivata da Pietro Grasso. Che prima di affrontare la sua esperienza in politica, di diventare presidente del Senato, è stato un importante magistrato antimafia. Ha spiegato qual era il modus operandi di chi si occupava, negli anni Ottanta e Novanta, di combattere i boss mafiosi.
“Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio. Potete immaginare il mio stato d’animo. Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato”.
Quindi, ricorda, a Provenzano “la prima cosa che chiesi fu: “Ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela”.
In questo modo, spiega, “gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni. Questo significa essere uomini e donne al servizio dello Stato”.
“Penso che la foto di cui tutti parlano, e che ovviamente mi guardo bene dal pubblicare — continua — sia la prova di almeno un paio di reati, e probabilmente una buona arma in mano agli avvocati difensori dell’assassino. È una foto che mi fa male perchè quel comportamento infanga il lavoro di migliaia di carabinieri. Chi rappresenta lo Stato non deve fare queste cose”.
E “chi fa il ministro, aggiunge, “non deve giustificarle, come hanno fatto Centinaio e Salvini”.
Chi — come la Lega — lancia un sondaggio su Facebook per “aizzare gli istinti più bassi dei cittadini non ha alcun senso dello Stato”
(da agenzie)
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