LA LUCE SALTA SEI VOLTE PIÙ SPESSO AL SUD CHE AL NORD
TASSE PIU’ ELEVATE E SERVIZI MEDIOCRI: LE PIAGHE DEL MEZZOGIORNO
La luce va via sei volte più spesso nelle città del Sud, i bambini di Napoli “valgono” un terzo dei bambini delle città del Nord, le università meridionali fanno i conti con tagli maggiori rispetto a quelle settentrionali.
Quello che c’è tra Nord e Sud non è un divario ma un abisso.
Secondo quanto riporta un’inchiesta del Mattino firmata da Marco Esposito, atenei, tassazione Irap, la Sanità e l’Istruzione, la qualità dei servizi energetici e dei trasporti sono le sette piaghe che dividono in due il nostro Paese.
Mancanza di equità e di strategia hanno quindi causato quella situazione desolante ben fotografata dal rapporto Svimez di qualche giorno fa.
Non è un problema di forma ma di sostanza. Il Sud è diventato una grande area con fiscalità di svantaggio, dove a maggiore pressione fiscale corrisponde una precaria erogazione di servizi: nel 2015 una nuova impresa, una startup, è esente dall’Irap in Lombardia mentre paga il 4,82% in molte regioni del Sud (con un picco del 4,97% in Campania).
Questo perchè lo Stato “ha continuato a chiedere a cittadini e imprese le stesse tasse di un tempo, però per risparmiare non ha più girato risorse a sufficienza agli enti locali, chiedendo a Regioni e Comuni di arrangiarsi aumentando le imposte locali”.
Non solo, scrive il Mattino: “Non sono mai stati fissati dal governo i livelli essenziali delle prestazioni da garantire in tutto il territorio nazionale”, perchè incerti sulla capacità di tenere fede agli impegni.
Il caso più clamoroso è nell’attribuzione dei fabbisogni standard comunali per asili nido e istruzione.
Soltanto per queste due voci, infatti, invece di calcolare il fabbisogno comune per comune della popolazione, si è considerato il livello di servizi erogato nel 2010 con il paradosso che laddove il livello è nullo o insufficiente, si è considerato quel livello minimo zero come il reale fabbisogno.
In altre parole, se una città come Catanzaro non aveva asili nido nel 2010, si è sostenuto che non ne ha bisogno neppure oggi, riducendo il fabbisogno complessivo di quel comune.
A Napoli per asili nido e istruzione è stato assegnato un fabbisogno di 72 euro per abitante, contro i 187 di Roma e i 237 di Milano.
In pratica è come dire che i bambini di Napoli valgono un terzo degli altri”.
Non c’è equità neanche sul fronte universitario, scrive il Mattino, “un campo nel quale il prestigio degli atenei del Sud era indiscusso: si pensi a quanti meridionali hanno fatto carriera fino alla Corte Costituzionale dopo una laurea in Giurisprudenza alla Federico II”.
Una quota crescente del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) è distribuito in base a indici valutativi, i quali dovrebbero misurare lea qualità della didattica e della ricerca.
Tuttavia, anche per difficoltà a trovare parametri oggettivi, nei fatti tali misurazioni non fanno che certificare il dualismo territoriale riproducendolo e amplificandolo, come un taglio del Fondo FFO che dal 2008 supera il 10 per cento al Sud mentre è sotto il 5 per cento al Centronord.
Sul fronte energetico, secondo i calcoli dell’Autorità per l’energia, ” fronte di un 4% di clienti trattati male al Centronordi si registra un 23 per cento al Sud”.
(da “Huffingtonpost”)
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