LA MIA PRIMA NOTTE SULLA SEA WATCH
CRONACA DALLA NAVE BLOCCATA DAVANTI A LAMPEDUSA DAL MINISTRO DELL’ODIO
Alle 4,30 Riccardo Magi mi sveglia. È il mio turno. Stanotte la nostra breve crociera sulla Sea Wacht3 prevede una rotazione per dare una mano all’equipaggio nella guardia sul ponte.
Ieri sera la Capitana Carola ci ha chiesto di farlo. Dopo la nuova evacuazione medica necessaria per fornire cure adeguate ad un ragazzo affetto da una probabile ernia inguinale, c’è qualche preoccupazione in più a bordo. Non è difficile intuirne i motivi.
La motovedetta si allontana con il malato e col fratello minore intorno a mezzanotte. Gli altri naufraghi vedono terra, lì vicino. In mare tra l’altro, le distanze sembrano sempre più corte di quanto non sia in realtà . E dopo oltre 15 giorni dal salvataggio, stress e fatica possono diventare un impasto difficile da gestire.
La paura è che qualcuno, esasperato possa lanciarsi in mare, per forzare i tempi. Per cercare di arrivare a terra in qualche modo. Magari recuperato da una delle motovedette che girano costantemente intorno a noi. La giornata di ieri è passata aspettando, ancora una volta, qualche segnale di ragionevolezza.
Quando la nave si è avvicinata alla costa e l’equipaggio ha cominciato a preparare i gommoni per essere pronto a sbarcare i migranti la guardia costiera e la guardia di finanza sono salite a bordo. Hanno chiesto alla capitana di non forzare ulteriormente la mano. Di aspettare. C’è una soluzione in arrivo le hanno detto.
Oggi vedremo. Certo che questa vicenda non può essere trascinata a lungo. In questi giorni a Lampedusa sono arrivate più di cento persone. Migranti che entrano in porto a bordo di barchini di fortuna. Arrivano spesso nella notte o alle prime luci dell’alba. Oltre cento persone sbarcate mentre le 42 persone che da ieri notte sono rimaste in 40 restano bloccate.
Una situazione surreale che non ha nulla a che vedere con la gestione dei flussi migratori. Nè con la retorica falsa e mistificatoria dell’invasione. I migranti della Sea Wacht3 non sbarcano perchè sono un materiale prezioso. Sono la prima formidabile incarnazione del decreto sicurezza bis. Per il ministro del disordine valgono moltissimo.
Qui si sperimenta per la prima volta questo nuovo stadio della brutalità legislativa. Qui la guerra senza quartiere contro chi organizza e pratica solidarietà , compie un altro formidabile passo in avanti. E così in questo impressionante rovesciamento di senso la propaganda fiorisce sempre di più. Dopo i deliri di Giorgia Meloni che da una terrazza di Montecitorio chiedeva l’affondamento della nave pirata, adesso Salvini chiede di arrestare questa ciurma di canaglie.
Manette. Occorre esibire lo scalpo. In fondo perchè stupirsi. Non vorrete mica pensare che ci si debba preoccupare se a Piacenza arrestano il presidente di un consiglio comunale perchè accusato di essere in odor di ‘Ndrangheta. O se un sottosegretario è costretto a dimettersi dopo un lungo tira e molla per una inchiesta in cui c’è un po’ di tutto, tra corruzione e interessi di altri settori della criminalità organizzata.
O, se un intreccio un po’ fetido tra settori della magistratura e della politica scuote alcune tra le più importanti istituzioni del paese. Dell’evasione poi nemmeno a parlarne. Quei 100 e più miliardi l’anno cosa volete che siano. Cosa è tutto questo di fronte al più infame e terribile dei reati. La solidarietà . Tutte le forze e le risorse siano mobilitate. Combattere questa colpa. Estirparne le radici.
Casomai a qualcuno venisse in mente di provarci ancora. Guerra quindi alle terribili ong. Sea Wacht, Open Arms, la “nostra” Mediterranea. Favoreggiatori di umanità . Finisco di scrivere con l’alba. In attesa che arrivino i delfini a dare a tutte e tutti un buongiorno giusto.
Gli altri parlamentari stanno dormendo dopo aver fatto i loro turni. La notte la abbiamo passata sul ponte. Su tre comodi materassi messi uno accanto all’altro. Abbiamo fatto una specie di “campo largo”. Una di quelle figure mitologiche del dibattito politico e spesso un po’ politicista che occupa la scena italiana a sinistra.
Questo accampamento in ogni caso serve a qualcosa. Ora magari proviamo a dargli un senso. La prossima settimana si vota la proroga delle missioni. Basta con la missione in Libia. Basta con i regali di motovedette e con la collaborazione con la cosiddetta guardia costiera libica. In fondo non serve molto a capire che non si può affidare il salvataggio di chi fugge dall’orrore a chi quell’orrore lo organizza e lo gestisce.
In fondo anche questa storia nasce un po’ da lì.
Nicola Fratoianni
(da “Huffingtonpost”)
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