LA MOSSA DI BERLUSCONI: “NOI LEALI CON MATTEO, MA LUI SIA RICONOSCENTE”
SILVIO CHIEDE IL RISPETTO DEI PATTI SULL’ITALICUM MA ANCHE UN SEGNALE SULLE SUE AZIENDE E “AGIBILITA’ POLITICA”
«Siamo stati determinanti per il successo della riforma del Senato, spero che adesso Matteo sia riconoscente». Canta vittoria Silvio Berlusconi, a un anno dalla condanna definitiva Mediaset lo scenario sembra trasformato: ancora ieri i suoi parlamentari – fatta eccezione per Minzolini e pochi altri – hanno difeso la trincea di Palazzo Madama al fianco dei senatori Pd.
Dopo le quattro ore di «servizio» all’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, il leader di Forza Italia pranza con i figli Marina e Pier Silvio, solo dopo si informa con Denis Verdini e Paolo Romani di quanto accaduto al Senato, apprende come la partita si sia sbloccata, una soluzione pare ormai all’orizzonte.
I due sherpa hanno seguito passo passo il lavoro del ministro Boschi, le ultime trattative con le opposizioni.
Berlusconi si congratula e ora si pregusta il faccia a faccia di martedì con il presidente del Consiglio, che potrebbe tenersi proprio in quel Palazzo Madama dal quale è stato «espulso» a novembre.
Al tavolo di martedì – affiancato da Verdini e Gianni Letta – Berlusconi discuterà soprattutto di Italicum, di modifica della legge elettorale, per quello Renzi vuole incontrarlo.
Ritocchi sui quali hanno già lavorato gli “ambasciatori”, appunto, ai leader toccherà ratificare l’accordo bis: abbassamento dello sbarramento al 4 per cento, innalzamento della soglia per il premio di maggioranza al 40, capilista blindati e poi preferenze.
Con Forza Italia che vorrebbe strappare la possibilità di piazzare gli stessi capilista in almeno dieci circoscrizioni. Dettagli.
L’ex premier fa sapere ai suoi che certo non andrà a dettare condizioni, ma con altrettanta schiettezza confida ai più intimi che un qualche «riconoscimento» se lo attende.
Nessuno si sogna di rivendicare la modifica della Severino e o un qualche lasciapassare giudiziaria.
Ma per esempio il mantenimento dello status quo in campo televisivo verrebbe ritenuto un segnale importante, una rinuncia del governo a intervenire sulla legge Gasparri è tuttora in cima ai desideri di Fedele Confalonieri.
Il resto riguarda la persona (e i problemi) di Berlusconi, la sua ambizione a restare in partita e a vedere riconosciuto il suo ruolo.
Gli uomini più vicini al leader di Forza Italia ragionano in particolare sulla eventualità che la Corte di Strasburgo capovolga la sentenza Mediaset di un anno fa.
Se dovesse accadere, c’è solo un «indennizzo» che potrebbe ripagare il loro capo dopo la «guerra dei vent’anni» con le procure e dopo il contributo garantito alla riforma della Costituzione.
E quel riconoscimento porta alla figura del senatore a vita, che proprio la riforma che sta per essere approvata comunque mantiene.
Ad appannaggio del Quirinale, che da qui a un anno potrebbe cambiare inquilino. Sarà pure un caso, ma Forza Italia si è battuta perchè anche i futuri senatori-consiglieri mantengano l’immunità .
Poco più di un sogno inconfessabile per l’ex Cavaliere, il ritorno a Palazzo Madama dopo l’ignominiosa cacciata del 27 novembre 2013.
Al momento lo tiene nel cassetto più recondito della sua camera ad Arcore.
Di altro ha parlato giovedì quando ha ricevuto a cena a Villa San Martino Giovanni Toti, Antonio Tajani, Mariastella Gelmini, Deborah Bergamini.
Di emergenza economica, tanto per cominciare, e di quanto sia imminente un «autunno difficile per l’Italia ».
Loro, avverte, dovranno fare sì opposizione alle «misure inadeguate che il governo Renzi sta mettendo in campo».
Ma con la consapevolezza che «più di tanto un governo in Italia non può fare, se non saranno modificate le regole europee».
Detto questo, nessuna scialuppa di salvataggio per l’esecutivo da parte sua. Anche perchè il partito prefigura «un voto in primavera», stando a quanto dichiara all’ Huffington Post la senatrice Maria Rosaria Rossi, braccio destro del leader.
Che parla anche della possibilità di eleggere «insieme» (al Pd) il prossimo capo dello Stato» e della prossima candidatura premier: «Un Berlusconi vuole che non lo troviamo? Non ho detto Marina, ho detto un Berlusconi. Magari abbiamo il jolly».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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