“LA ‘NDRANGHETA MI MINACCIA, MA FARE IL SINDACO NELLA LOCRIDE MI ENTUSIASMA”
SALVATORE FUDA, SINDACO DI GIOIOSA IONICA: “HO PRESO UN IMPEGNO CON LA MIA GENTE, NON MI FERMANO”
Hanno cominciato bruciandogli due cassonetti sotto le finestre dell’appartamento dove vive con la compagna e il figlioletto di tre anni.
Il 6 dicembre hanno sparato numerosi colpi alle due macchine di famiglia, maciullando i finestrini.
E la sera del 31 gennaio hanno voluto rovinargli la festa per il Capodanno, mandando a fuoco due camion della spazzatura appena ottenuti in dismissione dalla Dolomiti Energia di Trento (“perchè quello che in Trentino va rottamato per la Locride è ancora buono”).
Oggi Salvatore Fuda, sindaco trentacinquenne di Gioiosa Jonica, esce di casa sapendo di essere seguito silenziosamente da una pattuglia incaricata di proteggerlo. “Non chiederei mai una scorta. O meglio, spero di non arrivare a questo punto”, dice al telefono con l’Huffington Post. “Questi atti di intimidazione preoccupano e turbano tutta la mia amministrazione. La paura c’è, ma non posso declinare un impegno che ho assunto con la mia città “.
E c’era tutta Gioiosa nella fiaccolata di solidarietà dopo l’attentato alle macchine, il 7 dicembre. I ragazzi del liceo, le famiglie, gli scout, i sindaci della Locride, il vescovo di Locri.
Dalla Leopolda il messaggio affettuoso di un’altra giovane promessa della zona, la candidata sindaco di Platì, Anna Rita Leonardi (Pd), ma anche il sostegno dell’ex ministra calabrese Linda Lanzillotta, costretta a vivere con la scorta.
Fuda, ex segretario locale di Rifondazione comunista e un passato lavorativo nel terzo settore, è stato eletto nel 2013 con una lista civica e un programma che poco a poco sta cercando di concretizzare in un territorio difficile, a volte troppo difficile anche per un giovane politico entusiasta.
Non è soltanto la ‘ndrangheta, dice. “Dobbiamo portare la Locride nella modernità “, riassume. “Abbiamo messo mano a questioni che non si ordinavano da 40 anni, dal cimitero alla internalizzazione del servizio di nettezza urbana. Sa che ancora oggi 1,2 milioni di metri cubi d’acqua sfuggono ai nostri contatori per elusione, evasione e allacci abusivi?”.
Nei mesi scorsi ha postato sulla propria pagina Facebook una foto scattata lungo le strade di Gioiosa: qualcuno aveva infilato una poltrona dentro un cassonetto.
“Ci vuole buon senso, cari cittadini”, ha scritto il sindaco. “Purtroppo molte persone continuano a considerare ciò che sta fuori dalle loro case come qualcosa che non li riguarda. Anche questa è una mia battaglia: far capire ad esempio che se evitiamo gli orrori architettonici nel centro storico allora gli immobili cominceranno a valere di più. Dobbiamo comprendere che il rispetto delle regole vale anche nelle piccole cose, soltanto così liberemo questa terra ed esprimeremo i nostri pregi”.
Non sa, Salvatore, perchè lo hanno preso di mira. Il rogo dei cassonetti era passato quasi inosservato, d’altronde nella zona non sono pochi gli amministratori che subiscono intimidazioni pesantissime dalla criminalità organizzata: uno di loro è Pasquale Cerrati, vicesindaco di Bianco, sotto scorta da pochissimi giorni dopo che gli inquirenti hanno intercettato dei malavitosi pronti a ucciderlo.
A Locri, invece, la mano nera della ‘ndrangheta ha bloccato un’intera squadra di calcio femminile, che proprio il 10 gennaio è tornata a giocare.
Le due auto di Fuda crivellate dai proiettili hanno attirato l’attenzione e la solidarietà a livello nazionale, anche se sottotraccia. “Ora giro con una macchina prestata da una cugina che non la usa”, chiarisce il primo cittadino, che non vuole cambiare abitudini: “Dovrei installare la videosorveglianza a casa, prima o poi lo farò”, sorride.
“Non ho proprio idea quale sia il messaggio che questi delinquenti mi vogliono consegnare”, continua. “Stiamo facendo così tante cose che potrebbero essersi risentiti per tutto”.
Nonostante la povertà di risorse, Gioiosa Jonica fa parte della rete Sprar che accoglie richiedenti asilo insieme alla collaborazione di altre cittadine della Locride.
Con le borse-studio messe a disposizione, numerosi migranti hanno cominciato a lavorare temporaneamente nelle aziende private o tenendo pulita Gioiosa.
“Sono stato molto criticato perchè purtroppo è passata l’idea che paghiamo gli stranieri oppure gli diamo 30 euro al giorno e non aiutiamo gli italiani poveri”, si lamenta Fuda. “D’altronde se non facessimo fare niente ai ragazzi profughi allora saremmo criticati allo stesso modo”.
Dopo la distruzione dei due autocompattatori nel giorno di San Silvestro, a Gioiosa possono girare soltanto due camion della spazzatura.
“Ma andremo avanti con il progetto della raccolta differenziata”, assicura Fuda, che ha deciso di eliminare le gare d’appalto per la pulizia delle strade e la raccolta rifiuti, internalizzando l’intero servizio: “Abbiamo risparmiato 120mila euro a semestre e questo inciderà anche sulle bollette dei cittadini”.
Scavando e raggranellando risorse ovunque – incluso l’acquisto di autocompattatori di seconda mano – gli abitanti di Gioiosa hanno avuto in dotazione dalla amministrazione cinque contenitori per l’umido, la plastica, il vetro, il metallo, il secco.
“La nostra è una riforma a vasto raggio: partiamo dall’anno zero, vogliamo cambiare tutto, siamo una squadra di assessori trentenni e entusiasti. Ci costituiamo parte civile nei processi di ‘ndrangheta, facciamo bandi per i beni confiscati alla mafia, si tratta di una educazione globale perchè le persone valide di questa zona non debbano più andare via come hanno fatto i miei amici del liceo”.
Salvatore Fuda non è di quegli amministratori del Sud che chiedono tutto allo Stato. Dice che “ogni situazione è determinata dal fattore umano”, e dunque bisogna rimboccarsi le maniche.
Non sopporta per esempio la retorica sulla casta, che finisce per coinvolgere anche i sindaci di piccoli centri in trincea come Gioiosa Jonica: “Per scelta io e la mia giunta non prendiamo rimborsi, usiamo le nostre macchine e usiamo molto del nostro tempo privato per rimanere a disposizione della cittadinanza. Prendo 1500 euro al mese, pulite, non è un lavoro che può arricchirmi”.
Però c’è una cosa che da sindaco non può ottenere, nonostante l’impegno e la buona volontà : “In questo territorio mancano il diritto fondamentale alla salute e la punizione di tutti coloro che si macchiano di reati”.
Il cruccio è l’ospedale di Locri: “Il muro scrostato non c’entra, purtroppo ci sono persone che non prendono seriamente la propria professione e fanno fuggire coloro che vorrebbero lavorare bene”.
Salvatore Fuda, così come i suoi colleghi sindaci, non può fare altro che appellarsi al governo: “Non abbiamo credibilità se siamo costretti a correre a Reggio Calabria per una emergenza, non abbiamo credibilità se il problema criminalità non viene risolto. Da parte nostra stiamo cercando di avere condotte esemplari, il Viminale ha riaperto il tavolo sulla Locride e questo è senza dubbio positivo ma non bastano le parole. Ora lo Stato faccia la sua parte”.
(da “Huffingtonpost”)
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