LA “PADANIA” IN BALIA DEL CERCHIO MAGICO: IL GIORNALE LEGHISTA PROSSIMO ALLA CHIUSURA
NONOSTANTE 4 MILIONI DI FINANZIAMENTO PUBBLICO, IL GIORNALE VENDE SOLO TRA LE 8.000 E LE 10.000 COPIE E PERDE SOLDI A GETTO CONTINUO… CAMBIA IL DIRETTORE: FATTO FUORI IL MARONIANO BORIANI, ARRIVA LA PIAZZO, VICINA AL CERCHIO MAGICO
La lotta di potere interna alla Lega tra la vecchia guardia (cerchio magico) e la corrente di Maroni ha pesanti ripercussioni anche su La Padania, il quotidiano, l’organo ufficiale di partito è a rischio chiusura.
Da quattro anni il giornale è in stato di crisi, ci lavorano una decina di poligrafici e 30 giornalisti che nelle scorse settimane avevano attuato lo sciopero delle firme in segno di protesta per le decisioni annunciate dal Cda della testata e i cui membri sono, tanto per intenderci, i “cerchisti” Federico Bricolo, Roberto Cota, Marco Reguzzoni, Giancarlo Giorgetti, Stefano Stefani e Rosi Mauro.
A capo di tutti, responsabile dei media padani poi c’è Renzo (Trota) Bossi.
Il destino per i giornalisti, prima della protesta, sembrava segnato: il Cda era orientato alla mobilità , la riduzione della foliazione e il passaggio al web. Punto e basta.
Ora la speranza è appesa a eventuali contratti di solidarietà che, in caso venissero concessi, scatterebbero non prima di marzo.
Il quotidiano del Carroccio (che riceve quasi 4 milioni di euro di finanziamento pubblico) ormai vende meno di 10 mila copie, perde soldi, ed è oggetto del litigio politico interno al partito eppure, secondo lo stesso gruppo editoriale, non ha un euro di debito paga regolarmente stipendi e fornitori.
Ma piace sempre meno.
La tiratura, sulla quale è calcolato il contributo statale, è scesa da 62 a 55 mila copie, le vendite effettive oscillano tra le 8-10 mila copie di un giorno di metà settimana con un picco massimo di 25 mila.
Tornando ai giornalisti e poligrafici che ci lavorano, sabato 17 dicembre l’assemblea di redazione in un comunicato aveva chiesto al Consiglio di amministrazione dell’Editoriale Nord di smentire che il “Cda avrebbe preso decisioni indipendentemente da qualsiasi trattativa a tutela della difesa dei livelli occupazionali”.
La smentita, per la verità come raccontano da via Bellerio , non è mai arrivata.
Loro, i giornalisti, al momento hanno comunque deciso di sospendere la protesta in attesa dell’insediamento di lunedì del nuovo direttore Stefania Piazzo.
Al direttore uscente Leonardo Boriani, invece, era toccato presentare quel piano aziendale deciso senza alcuna concertazione.
Quello, cioè, che aveva indotto i giornalisti a chiedere delucidazioni sulla frase del Cda che “potrebbe assumere decisioni pesanti che non escludono il ricorso a procedure di mobilità ”.
Lo stesso direttore Boriani, per la verità , durante gli scambi di auguri natalizi con la redazione non aveva risparmiato frecciate ai “cerchisti” e il loro peso nella politica di affossamento del giornale.
Nessun nome ma precisi riferimenti.
Lui, filomaroniano, è stato sostituito da Stefania Piazzo (area cerchio magico) caporedattore centrale e unica giornalista che durante le tre giornate di sciopero delle firme decise dal comitato di redazione aveva comunque firmato i suoi articoli.
Eli.Reg.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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