LA PIU’ GRANDE MANIFESTAZIONE DI MASSA CONTRO SALVINI SENZA MAI NOMINARLO
TRADIZIONE, NOVITA’ E TANTO SENTIMENTO… E MATTIA SANTORI E’ UN LEADER NATURALE DI UNA PIAZZA COMPOSITA
Tanta tradizione e tanta novità .
In fondo, un sentimento in questa piazza otto agosto, tre volte più grande di Piazza Maggiore. È qui che i Bolognesi sconfissero gli austriaci nel 1848.
Ci volevano questi quattro ragazzi, non proprio millennials ma quasi, a sollecitare il risveglio dal torpore. E a portare sul palco un ragazzo nigeriano (a proposito di discontinuità e decreti sicurezza) che racconta la sua storia: “Ci hanno chiamato in Italia le parole della Costituzione, “gli uomini sono tutti uguali”, ricchi e poveri, cristiani e musulmani, io ho lasciato il Niger perchè quelle parole non mi facevano avere paura”.
O a dare il palco a Fabrizio Barca per parlare di aree interne e a Sandro Ruotolo, storico inviato adesso sotto scorta, per spiegare cosa siano le morti sul lavoro e perchè la “mafia è una montagna di merda”.
Guardatelo questo Mattia Santori, è un leader naturale, col suo look un po’ casuale, un po’ fighetto bolognese un po’ centro sociale, jeans scuro col risvolto su scarpa da ginnastica. Si muove con passo lento e sguardo sicuro, anche se attorno è un delirio di telecamere. Le mani, quando dichiara, sempre in tasca. Il ragazzo ci sa fare.
Anche a muoversi in questo magma, che noi cronisti del novecento forse fatichiamo a capire.
Il magma di una simbologia che evoca la sinistra prima che venisse rasa al suolo, ma che intercetta una spinta nuova, perchè non c’è ancora un partito in grado di riaccendere la politicizzazione nell’era del rifiuto della politica.
È lo stesso magma, confuso e creativo ai limiti del paradosso
Santori è attento a non farsi risucchiare dal gorgo partitico, dal linguaggio delle sigle e degli schieramenti
Però è chiaro che lo stesso futuro del movimento è legato alla vittoria della sinistra in Emilia, a maggior ragione adesso che è cambiato il senso stesso di questa campagna elettorale, in cui sembrano scomparsi i candidati, con i loro volti e i loro programmi, dietro il grande conflitto tra “bullismo” e “politica gentile”.
Forse ha ragione lui: “Non è Mattia Santori — ci dice – che ha creato le sardine, ma l’energia che sta arrivando, e questa è una prima vittoria perchè ha mutato il clima politico in Italia”.
E si capisce questa prudenza, parlando con i più giovani. In tanti, davvero tanti, ti spiegano che sono contro Salvini, però guai se le sardine si fanno inscatolare in uno dei contenitori esistenti. O se si fanno omologare, diventando anch’esse un contenitore come quelli esistenti. È una spinta che vive di questa spontaneità , o magari di questa illusione.
Energia, sentimento, prima ancora che struttura o prospettiva è questo la piazza bolognese a una settimana dal voto.
Piazza preoccupata, tesa, dove in parecchi chiedono ai giornalisti previsioni, sondaggi. Piazza soprattutto di mezza età , di famiglie e passeggini, informata, molto informata, che legge i giornali e guarda la tv.
Ci parli e ti accorgi che il grosso è quel famoso mondo della sinistra che, in questi anni, si è sconnesso sentimentalmente, per le sue divisioni, l’arrocco nel Palazzo, il suo snaturamento, l’idea che, in fondo, la partecipazione era superflua nell’era del leaderismo.
Anselmo uno dei tanti pugliesi che da una vita lavora a Bologna: “Io non ho mai avuto niente contro i partiti, anzi, ma poi… Gli errori che hanno fatto. Questi ragazzi hanno avuto il merito di risvegliare la politica”
C’è di tutto: contaminazione, processo che in fondo è già in atto, almeno qui in Emilia, perchè in questa storia (e in questa piazza) c’è una specificità emiliana, fatta di civismo, consapevolezza, partecipazione, anticorpi capaci di attivarsi.
Guardate che fa impressione, in questi tempi di passioni tristi e parole estreme.
Alla fine della giornata la parola “Salvini” è rimasta innominata, sul palco e dai protagonisti, come bersaglio e come interlocutore, segno è possibile spogliare i temi della personalizzazione e dal leaderismo.
Ma è stata la più grande manifestazione di massa contro di lui. Forse anche per questo.
(da “Huffingtonpost“)
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