LA PROPOSTA DELLA MELONI DI BLOCCHI NAVALI DAVANTI ALLE COSTE DELLA LIBIA SI E’ TRASFORMATA IN UN BOOMERANG
AL GELO DELL’EUROPA SI AGGIUNGE LA FREDDEZZA DEGLI ALLEATI: FORZA ITALIA BOLLA L’IDEA COME “UNA SCIOCCHEZZA” MENTRE LA LEGA RIVENDICA I DECRETI SICUREZZA… LA MELONI CERCA SOLO DI CARPIRE QUALCHE ALTRO VOTO DALLA LEGA, UN DEJA VU
La proposta della leader dei Fratelli d’Italia di attuare i blocchi navali davanti alle coste della Libia infiamma la campagna elettorale.
Dopo le critiche fatte trapelare da Bruxelles, Giorgia Meloni tira in ballo la stessa Unione europea. Ma la sua posizione lascia freddi gli alleati. §
Ai mugugni del Carroccio, si aggiungono poi le critiche, seppur più diplomatiche di Forza Italia.
Fonti del partito azzurro bollano come «una sciocchezza» la proposta «sic et simpliciter» del blocco navale, che, in effetti, se fosse un atto unilaterale del solo governo italiano, sarebbe un atto di guerra.
Ma al contempo ricordano come questa ipotesi vada inserita come addendum in una strategia globale europea contro l’immigrazione.
Le frizioni diventano ancora più accese sul fronte del centrosinistra che boccia in toto il suggerimento dell’ex ministro della Gioventù.
La deputata dem Chiara Gribaudo accusa: «La destra è fumo elettorale, zero concretezza. Oggi Meloni&Friends, professionisti della propaganda, vanno dritti sul blocco navale, fandonia folle e inapplicabile. Progressismo contro oscurantismo, libertà verso paura. Abbassiamogli la maschera ».
Per Osvaldo Napoli, Azione, si tratta di «puro populismo, simile al muro con cui uno scellerato come Donald Trump pensava di fermare l’arrivo degli immigrati dal Messico. I problemi, lo capirà anche Giorgia Meloni, non sono al punto d’arrivo, ma si trovano nei punti di partenza dell’immigrazione».
E Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo paragona la proposta di Meloni alla «corazzata Potemkin di fantozziana memoria. Andrebbe spiegato alla sedicente statista (per mancanza di prove) che se le nostre navi imponessero il blocco, sarebbero in ogni caso obbligate a salvare i naufraghi in mare e sbarcarli il prima possibile nel luogo sicuro più vicino: ovvero l’Italia».
E aggiunge: «A meno che Meloni non ci garantisca che il suo amico Orban accolga in Ungheria chi sbarca in Italia, con modifica delle regole sull’asilo di Dublino. Sarebbe l’unica vera novità, che non arriverà. Livello di istruzione dei sovranisti di casa nostra: battaglia navale».
Decisamente critico anche Arturo Salerni, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (Cild): «Un ulteriore salto, rispetto alla già critica politica dei porti chiusi, non sarebbe compatibile con le convenzioni sottoscritte dall’Italia, con il diritto internazionale e con la nostra stessa Costituzione».
(da agenzie)
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