LA RABBIA DELLA BASE M5S: “IL VOTO SU ROUSSEAU E’ UNA FARSA”
PIOGGIA DI CRITICHE SU COME VIENE POSTO IL QUESITO E SULL’ALLEANZA CON BERLUSCONI E RENZI
In attesa di conoscere l’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau, in merito all’appoggio della base M5S al governo Draghi, arrivano i primi segnali dalla Rete. Dopo gli annunci pubblici di Luigi Di Maio, Beppe Grillo e altri big , l’hashtag #iovotosì ha scalato la classifica delle tendenze italiane su Twitter.
Sono quasi 1.600 gli utenti che hanno utilizzato la parola chiave, conquistando il terzo gradino del ‘podio’ virtuale, alle ore 12.
Le operazioni di voto su Rousseau sono partite da circa due ore ma non accenna a mitigarsi la rabbia della base Cinque Stelle nei confronti della possibilità che il M5s sostenga il governo Draghi.
E a giudicare dai commenti nella pagina facebook del Movimento non sono serviti a svelenire il clima nè i numerosi appelli per il sì dei maggiorenti (da Conte a Di Maio a Fico), nè il modo in cui è stato scritto il quesito.
Anzi, proprio il modo in cui è stata rivolta la domanda, viene quasi unanimemente giudicato fazioso e alla fine controproducente, un boomerang.
Secondo Marco La Scala “il modo in cui è stato composto il quesito è chiaramente di parte. Questo voto è soltanto una farsa. Tanto valeva non farlo a questo punto. Il sì sarà ovvio a prescindere… Che tristezza. Io voterò no, e voterò no perchè l’unica notizia vera e certa che abbiamo al momento della votazione è che avremo un governo con Berlusconi, Salvini e Renzi. Solo a pensare i loro nomi rabbrividisco”.
Anche Alessio Sammartino rimprovera l’organizzazione M5S di “indirizzare palesemente il voto verso il sì.. Fate ridere”, conclude con amarezza mentre Maria Pia Vitale spiega che aveva “deciso di votare sì da prima” ma “il tono mellifluo del quesito fa passare la voglia… Se fosse una favola sembrerebbe il lupo che invoglia il bambino ad entrare nella tana millantando divertimenti e leccornie. Se si continua a dare la sensazione che prendete gli elettori in giro, ci ritroveremo presto con percentuali di gradimento ad una sola cifra!”.
Per Luigi Recchia il quesito poteva essere reso ancora “più semplice: Sei d’accordo che il movimento sostenga un governo tecnico-politico altrimenti Gesù piange?”.
I più delusi sono quelli che ci hanno messo la faccia: come Luigi Pilloni “che vergogna! Cinque anni di Consiglio comunale difendendo la trasparenza e i nostri principi! Questo quesito secondo voi è trasparente? Chi sono gli altri partiti che Draghi indicherà ? Forse quelli pieni di mafiosi e di ladri? Quali sono i programmi? Anche no!”.
Valerio Pezzuto si ‘complimenta’ per il quesito “scritto coi piedi (a pensar male direi in modo manipolatorio): potevate prevedere la terza opzione di astensione: avrebbe avuto molto senso. Invece no. Sono quindi stato obbligato a votare sì… al governo Draghi, con gran felicità ”.
Molti degli intervenuti sono convinti che vincerà il sì. Perchè il risultato è deciso in partenza. Così Max Razza: “In nome delle poltrone… Vincerà il sì al 189%… Perchè il capo lo ha già deciso”, dice. Mentre Davide Interrante la prende con ironia: “Forza, tafazzzzatevi! Grillo, finalmente, otterrà la tessera pd che gli rifiutarono nel 2009”.
Marco Vallino confessa di aver “votato sì, ma con una pinza sul naso….”, mentre Samuele Megna si sfila: “Io ad un tavolo pieno di bari non voglio sedermi”.
Max Ferrigno prova a ragionare. “Si può controllare e mantenere il punto anche all’opposizione… In questa ammucchiata avreste al massimo un paio di ministeri, quindi non gestirete nulla e assolutamente non incisivi, ci vuole anche onestà intellettuale. Allora perchè sedersi in maggioranza al fianco di Renzi, Berlusconi, Salvini and company?”, per Luigi Punzo il “no è la scelta più coerente! coerente con i valori fin adesso decantati dai 5s, no perchè questa non è la volontà popolare espressa con il voto, no a protezione delle conquiste fatte dal m5s, no per non scomparire…”.
Prevalgono nettamente gli interventi di chi è contrario al governo, ma non mancano i “sì”. Il rapporto è di uno ogni tre. Marcello Bertani ad esempio spiega che votare no oggi è “un suicidio e dimostra che tutte le volte che si è fatto appello al senso di responsabilità durante il governo conte erano sciocchezze. L’ha capito Salvini: chi si asterrà da questo governo del presidente ne uscirà massacrato alle prossime elezioni”. Ma il ‘no’ prende il sopravvento, in una catena di endorsement pubblicati nero su bianco nella pagina facebook del Movimento. E testimoniati anche da foto che irridono la votazione.
Una di queste riprende le “evoluzioni Cinque Stelle” nelle figure disegnate da un tuffatore: ‘mai col pd’, poi “sì col pd con Conte’, poi ‘mai con Draghi’ e subito dopo “sì con Draghi con Conte.
(da “Huffingtonpost”)
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