LA RIVOLTA DEI PIANISTI ALLA CAMERA: E’ GIA’ DE PROFUNDIS PER IL VOTO CON LE IMPRONTE
SEMBRAVANO TUTTI D’ACCORDO PER IL VOTO CON SCHEDA A IMPRONTA DIGITALE, PER EVITARE LO SCANDALO DEI PIANISTI … DOVEVA ENTRARE IN VIGORE A FEBBRAIO E SONO STATI SPESI 450MILA EURO…ORA LA “MORALIZZATRICE” LEGA SI E’ OPPOSTA E DIVENTERA’ SOLO FACOLTATIVO… I LEGHISTI LE IMPRONTE LE PRENDONO SOLO AI ROM, LE LORO NON LE LASCIANO, NON SI SA MAI…
Avevamo data la notizia con buon anticipo, come ogni qualvolta, venuti a conoscenza di qualche accadimento moralizzatore o presunto tale nei confronti della Casta, lo registriamo con favore.
La notizia era quella dell’introduzione del voto attraverso scheda elettronica in cui è registrata l’impronta del parlamentare alla Camera.
Su iniziativa del presidente Fini, infatti, si era deciso di porre fine allo scandalo internazionale ( le immagini hanno fatto il giro del mondo, portando ulteriore discredito alla nostra classe politica, ammesso che ne fosse ulteriore bisogno) di una Camera dei deputati ove i presenti sono pochi, ma al momento del voto, i conteggi danno un’aula piena.
Molti deputati, infatti, votano anche per i colleghi vicini, attraverso l’artificio di pigiare anche il bottone di chi è assente temporaneo o permanente in aula.
Già i dati di assenteismo ai lavori per moti sono alti, figuratevi se dovessimo scorporare tutte quelle volte che qualcuno ha votato per i cronici latitanti.
Siamo andati avanti con questo scandalo che continua ogni giorno per anni, tra foto, riprese televisive, inchieste. Mai nessun serio provvedimento è stato preso, di fronte a un reato di “sostituzione di persona e truffa” che per il privato cittadino garantirebbe una denuncia penale. Nulla: in Parlamento si può commettere un reato, senza patirne conseguenze.
Alla fine si è andati a cercare la soluzione più farraginosa, invece che quella da noi consigliata, molto elementare.
Basterebbe una legge che comportasse l’immediata decadenza dalla carica per chi vota per altri: a casa subito con denuncia per truffa e processo per direttissima con sputtanamento mediatico.
Al massimo ci sarebbe un primo caso ( forse neanche quello) e tutti pigerebbero solo il proprio di tasto.
Anche perchè è vergognoso che chi percepisce 20mila euro al mese sia pure assente in aula al momento di votazioni importanti e senza avere un motivo valido di assenza, altrimenti la porterebbe alla Presidenza.
Brunetta vuole cacciare gli assenteisti nella Pubblica Amministrazione, benissimo, ma allora inizi dal Parlamento e dia l’esempio. Si inizia sempre dall’alto, non dal basso ( ogni riferimento alla statura del Ministro è puramente casuale).
Comunque la strada da noi indicata ovviamente non sarebbe stata molto gradita alla Casta e il presidente Fini ha optato per la scheda identificativa magnetica con rilievo di impronta digitale, un sistema che in Europa è adottato solo in Albania, pensate un po’… ( e al mondo solo in Messico e Brasile).
Costo dell’operazione la bellezza di 450 milioni di euro, messa in opera entro febbraio prossimo venturo.
Sembravano tutti d’accordo, ma ecco l’emendamento sorpresa con parere richiesto anche all’Avvocatura, sulla necessità di non far identificare il deputato.
Qualcuno il dito sull’inchiostro non vuole metterlo, le impronte digitali non vuole che le abbia nessuno…non si sa mai. Viola la privacy, sostengono.
E allora tutto diventerebbe facoltativo, chi vuole si fa prendere le impronte e vota con la nuova scheda, chi non vuole non le dà e continuerà a votare per se e per l’amico vicino.
Bella soluzione vero? Dopo aver speso 450mila euro del contribuente italiano a vuoto.
E manco a dirlo, sono i moralizzatori del costume italico, ovvero l’intero gruppo della Lega che si oppone alle impronte digitali, per loro devono prenderle solo ai rom si vede. L’idea del dito inchiostrato gli farà effetto si vede, o forse preferiscono continuare a pigiare liberamente il tasto del vicino.
Loro dicono che tanto sono sempre presenti… palle!
Guardate le assenze dei deputati liguri, sono tra i peggiori in assoluto. Il sottosegretario leghista Balocchi non solo ha scapolato il 50% delle votazioni per presunte “missioni”, ma sulle 300 circa rimaste era presente solo in 100, le altre 200 assente ingiustificato.
Quindi non diano lezioni di moralizzazione a nessuno che è preferibile…
Salvo che non vogliano evitare di far registrare le loro impronte digitali per altri motivi, non si sa mai che poi rimangano in qualche cervellone elettronico…
Visto certi episodi passati in cui si sono trovati inquisiti per motivi poco nobili e affari poco chiari, forse tutti i torti non ce l’hanno.
Intanto per la nuova legge moralizzatrice i pianisti in camicia verde hanno fatto già suonare il de profundis…
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