LADY DE MAGISTRIS ERA AL CORTEO :”I VIOLENTI ERANO INFILTRATI, PERCHE’ NON SONO STATO FERMATI PRIMA?”
MARIA TERESA DOLCE, DOCENTE DI DIRITTO: “IO C’ERO E POSSO GARANTIRE CHE QUEI VIOLENTI ERANO ESTRANEI AL CORTEO, CI SONO STATE INFILTRAZIONI ESTERNE, POTEVANO ESSERE FERMATI MA NON E’ STATO FATTO”
Di Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, e presenza a sorpresa nel corteo di sabato contro Salvini, fino a oggi si è sempre parlato e saputo pochissimo, nè lei ha mai fatto nulla per conquistarsi la scena mediatica.
Un paio di interviste – una al Mattino, confluita poi in un libro di Maria Chiara Aulisio, e una a Vanity Fair — sempre in qualità di moglie.
E poi una polemica con il sito Dagospia, che adombrava una corsia preferenziale quando lei ottenne la cattedra di Diritto (incarico di ruolo) in una scuola superiore di Napoli («Ero informata di tentativi di trovare qualcosa di losco nella mia vicenda professionale, come del resto fanno da anni nelle nostre vite. Non trovate niente. Potete solo fare allusioni ed insinuazioni»).
Per il resto solo qualche foto durante le feste in occasione delle due elezioni del marito e nient’altro.
Fuori dai riflettori
È solo per questo che sorprende che sabato abbia scelto di partecipare al corteo, come almeno altre cinquemila persone estranee agli scontri e alla violenza: perchè lei in passato aveva sempre preferito stare fuori dagli appuntamenti politici.
Ora però qualcosa è cambiato. Maria Teresa Dolce non è più solo la professoressa che a Catanzaro, quando ancora faceva pratica in uno studio legale, conobbe l’allora pm Luigi de Magistris, se ne innamorò e poi lo sposò nel 1998 a Soverato, e infine lo seguì a Napoli dopo la sua elezione a sindaco.
Oggi Maria Teresa Dolce è una aderente all’associazione e futuro movimento politico DemA, di cui sabato era la rappresentante al corteo.
Assente il sindaco, assente suo fratello Claudio, che di DemA è il segretario, c’era lei. Che, come gli assessori e la gran parte dei consiglieri comunali che pure hanno sfilato per le strade di Fuorigrotta, si è allontanata prima che la manifestazione fosse travolta dalla violenza di un gruppo piccolo ma molto agguerrito e attrezzato.
«Black bloc estranei al corteo»
Lei dalla sua pagina Facebook attacca quel gruppo ma anche altri, evidentemente i responsabili dell’ordine pubblico: «Corteo pacifico, i black bloc li abbiamo visti e non erano nel corteo. Potevano essere fermati prima che si infiltrassero. Perchè non è stato fatto? Sempre la stessa storia, ma non provate a stravolgere la Storia: il corteo non era violento e, se lo è diventato, è stato per infiltrazioni esterne. Questi sono i fatti, io c’ero».
Lei c’era e, giustamente, difende il diritto di esserci.
Ma anche il (presunto) diritto di non volere che ci fosse Salvini: «La libertà di manifestazione del pensiero è tutelata dall’ art. 21 della Costituzione Repubblicana, certamente, ma con dei limiti. È giusto che nel nostro Paese si possa ridere del diritto alla vita altrui, solo perchè di colore della pelle diverso? È giusto non rispettare la dignità della persona umana? Per me no».
(da “il Corriere della Sera”)
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