LAMPEDUSA, L’UMANITA’ CANCELLATA DAL DEGRADO
UNA DESTRA SOCIALE NON PUO’ ACCETTARE DI FAR VIVERE DEGLI ESSERI UMANI COSI’… IL RESOCONTO DI UNA VISITA NELLA STRUTTURA DEL CENTRO DI CONTRADA IMBRIACOLA… SI’ ALLE ESPULSIONI, MA RISPETTANDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE… L’ITALIA E’ LA PATRIA DEL DIRITTO, NON DELLA INCIVILTA’
Il Centro di accoglienza di Contrada Imbriacola, a Lampedusa, ha sollevato
critiche bipartisan da parte delle forze politiche, per lo stato di degrado in cui versava, ancor prima della prevedibile rivolta degli stranieri, ospiti della struttura.
Dopo le denunce del sindaco di centrodestra e dei cittadini dell’isola, quest’ultima è stata visitata sia da giornalisti che da parlamentari e il quadro che ne è uscito è oltre ogni immaginazione.
Noi pensiamo che il problema flussi si risolva diversamente, con ben altri strumenti che quello di farci additare da tutto il mondo civile come fautori di una politica di degradazione degli esseri umani.
Metà dei clandestini che arrivano a Lampedusa ottengono l’asilo politico, l’altra metà va fermata prima, o nel porto di partenza, in collaborazione con le autorità locali, o al confine delle acque territoriali.
Senza contare che a Lampedusa nel 2008 sono sbarcati in proporzione un ventesimo dei romeni arrivati in Italia, fenomeno che ha causato rischi ben più gravi, basta leggere la cronaca nera dei giornali. Vi raccontiamo, sulla base di testimonianze non smentite, com’è la vita nel centro per immigrati dell’isola. Prima della rivolta gli immigrati erano 978, quattro quinti tunisini e sotto i trent’anni ( gli altri 900 erano stati trasferiti nelle settimane precedenti). Sono rinchiusi dal 27 dicembre in un centro che al massimo può contenerne 350.
Ogni giorno hanno una razione di pasta, un’insalata e un panino. Quando il pasto arriva nelle mani di chi lo deve consumare è completamente freddo. Si fa la coda per mangiare e il pasto viene consumato in piedi, non esiste una parvenza di mensa.
Le camerate sono stanze intorno ai trenta metri quadri al massimo in cui sono ammassate 25 persone, l’impressione è di un groviglio di corpi inestricabili.
Nonostante il vento che entra dalle finestre sfondate, l’ambiente è sudicio e l’aria mefitica, sui pavimenti rifiuti di ogni genere ovunque.
In ogni stanza ci sono due file fitte di letti a castello, ma solo meno della metà delle persone sono sistemate così. Sotto i letti e in ogni altro spazio residuo sono infilati in qualche modo delle specie di materassini di gommapiuma. Alcuni hanno semplicemente steso una coperta per terra, altri materassi occupano le scale esterne in metallo, completamente all’aperto.
Per terra ci sono persone visibilmente malate, nelle stanze manca la luce, i fili elettrici penzolano pericolosamente dal soffitto. Non esistono telefoni a muro.
Nelle stanze che confinano coi servizi igienici l’acqua e l’urina filtrano attraverso i muri e imbevono lenzuola e coperte di chi dorme dall’altra parte dei bagni. Una puzza di latrina prende alla gola. Molti sono senza calze e scarpe, girano a piedi nudi.
La biancheria intima secondo gli immigrati viene fornita ogni 15 giorni. Chi mostra ferite viene accompagnato in infermeria, ma verrebbero dati medicinali che prescindono dalle situazioni personali di cura. Secondo molti nel cibo vengono somministrati calmanti.
Chi ha fatto richiesta di asilo politico viene tenuto insieme agli altri.
Nessuno in 45 giorni avrebbe avuto alcuna informazione su diritti e doveri, nè la possibilità di far valere le proprie ragioni e ricorrere contro le decisioni ritenute ingiuste.
Nessuno avrebbe potuto incontrare un legale.
Il Centro conferma che il primo volantino da distribuire con le informazioni relative è ancora in stesura.
Qualcuno parla italiano, molti il francese, la maggioranza parla solo arabo.
Neanche da pensare a radio, televisione o qualsiasi attività ricreativa.
L’impressione ricavata dai parlamentari e dai giornalisti è quella di una struttura nata per soggiorni brevi e transiti veloci, fatta diventare un luogo di reclusione. Un’immagine di umanità cancellata nel degrado.
Non ha importanza se era così anche durante il Governo precedente, ha rilevanza solo una cosa: il rispetto dei diritti e della dignità di ogni essere umano.
Se il Centrodestra deve essere intransigente nell’espellere chi non ha titolo di restare nel nostro Paese, altrettanto deve sapere garantire il rispetto dei diritti umani dei clandestini e smistarli in strutture idonee.
L’Italia è la patria del diritto, i penitenziari come l’Alcazar o Guantanamo li lasciamo volentieri ad altri.
La Destra sociale rispetta gli esseri umani e le fasce deboli.
Centri così erano una vergogna quando governava la sinistra e lo sono ora che governa il centrodestra. Il rispetto della persona e della sua dignità va oltre la destra e la sinistra: è un impegno morale e civile che non ha bandiere.
Se qualcuno ha tendenze razziste da sfogare si tolga dai coglioni: noi siamo intransigenti verso chi delinque, ma non si nega una fettina di carne, un giaciglio decente, una medicina o si fa vivere nell’urina, esposto al vento e senza scarpe un essere umano.
Chi non ha diritto a rimanere deve tornare a casa.
Ma col ricordo di un’Italia civile e liberale come è il nostro splendido popolo, non con i segni di un trattamento infame.
La destra sociale è etica e cuore, solidarietà e rispetto della vita umana.
Se qualcuno ha dei problemi ci sono ottimi psichiatri anche in padania: si faccia curare, ma non si permetta di gettare fango sull’intera nazione.
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